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Tagadà, Sgarbi e le polemiche su Arpino: facciamo un referendum

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Vittorio Sgarbi, neo sindaco di Arpino, risponde ai candidati avversari: “se perdo mi dimetto”. Recentemente Sgarbi è stato eletto sindaco (con il 44% dei voti) del Comune di Arpino, un Comune in provincia di Frosinone con oltre 6mila abitanti. I candidati perdenti hanno espresso dissenso nei confronti del critico d’arte facendogli capire che non è “il sindaco di tutti e non può rappresentare Arpino". A queste dichiarazioni, Vittorio Sgarbi, ospite del programma di La7 “Tagadà”, ha voluto rispondere a modo suo: “Quelli che hanno perso, con due liste, hanno fatto la somma dei voti e secondo loro avrei la minoranza. Evidentemente hanno scambiato le elezioni con il referendum”. Successivamente con tono ironico dichiara: “Allora facciamo il referendum, se perdo mi dimetto”. Poi dice: “so benissimo che il referendum non si può fare ma voglio capire il gradimento dei cittadini. Se quelli che non mi vogliono hanno la maggioranza io mi dimetto”.

 

 

 

A questo punto Sgarbi polemizza contro i candidati a lui avversi: “Secondo loro, la mia più grave colpa sarebbe quella di non essere nato ad Arpino”. Prosegue stuzzicando l’opposizione: “ma anche il prete non è nato ad Arpino eppure il 2 di giugno io e il prete eravamo a commemorare i caduti mentre l’opposizione non c’era”. Conclude l’intervento in risposta agli avversari politici affermando: “sia io che il prete non siamo di Arpino, il problema è di natura razzistica. Non sono nato nei paesi in cui sono stato sindaco eppure le cose che ho fatto si vedono". Il mandato di Vittorio Sgarbi come sindaco di Arpino non sembra essere partito con il piede giusto, vedremo se la vicenda si evolverà e se il neo sindaco rimarrà saldo nel suo ruolo di primo cittadino.

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