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Perché si festeggia il 25 Aprile: la domanda di Sallusti ai pacifisti

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Giada Oricchio
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Si avvicina il 25 Aprile, l’anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, dall’occupazione nazista e dalla caduta del regime fascista. Il direttore del quotidiano “Libero”, Alessandro Sallusti, ha posto alcune domande mettendo in relazione la ricorrenza e la rivelazione choc dei mercenari russi del gruppo Wagner di aver deliberatamente ucciso oltre venti bambini ucraini durante l’avanzata su Bakhmut.

Nel suo editoriale si legge: “Di fronte a una notizia del genere c’è ancora qualcuno disposto a mettere sullo stesso piano gli invasori e gli invasi? (…). E chiedo ai non pochi pacifisti nostrani in pantofole che gironzolano nei talk televisivi e nelle redazioni dei giornali (chiara frecciatina a Marco Travaglio, nda): ritenete davvero possibile trattare alla pari con un dittatore, Vladimir Putin, che autorizza l’uccisione di bambini e fa spallucce di fronte a (…) soldati che sgozzano prigionieri vivi e inermi?”.

La domanda è rivolta a chi si appresta a esaltare l’eroismo della resistenza il prossimo 25 aprile: “Non loro, che (…) non sanno neppure di cosa stanno parlando, ma i loro padri e nonni non credo che avrebbero aperto trattative di pace con un nemico che si è macchiato delle stragi di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema (…) dove vennero messi al muro bambini e donne senza neppure chiedere loro come la pensassero, tantomeno imbastire uno straccio di processo sommario”.

Secondo Sallusti non ci può essere pace “se per pace si intende darla vinta ai carnefici”. I convitati di pietra del ragionamento di Sallusti sono il M5s, Sinistra italiana, parte del Pd, tutti i pacifisti da consenso elettorale: “Che qualcuno si ricordi, martedì prossimo 25 aprile, di quei venti bambini, che qualcuno abbia il coraggio di dire chiaramente che questa Russia (…) è fuori dalla comunità civile (…). Se le Marzabotto non furono infinite è solo perché il mondo Occidentale (…) è venuto in nostro soccorso pagando un tributo umano ed economico enorme”. E conclude durissimo: “Che la sinistra e larga parte del mondo cattolico oggi titubante a guardare in faccia la realtà si ricordino che il male assoluto va vinto, non assecondato, tantomeno compreso fino quasi a giustificarlo”.

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