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Berlusconi ricoverato, il prof Zangrillo sbotta fuori dall'ospedale: "Vi rendete conto?"

Luca De Lellis
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Lo stress da sopportare è proporzionale alla missione da raggiungere: curare Silvio Berlusconi. Per Alberto Zangrillo, medico personale del Cavaliere, non è un momento facile. A dimostrarlo sono le sue esternazioni polemiche di ieri sera nei confronti dei cronisti appostati fuori dall’ospedale San Raffaele di Milano per avere notizie sulle condizioni cliniche dell’ex premier, ricoverato da mercoledì 5 aprile in terapia intensiva. Il primario del reparto di Anestesia e Rianimazione della struttura milanese si è lasciato andare a un piccolo sfogo: “C’è un sacco di gente che si diverte a dire ca***te”. A chi si riferisce? “Parlatene con quelli che su Twitter, sui social e sui giornali dissertano su cose di cui non conoscono niente”.

In effetti prima della diagnosi ufficiale, riportata dal bollettino medico firmato dal professor Zangrillo e dal professor Fabio Ciceri – che parla di “un’infezione polmonare” dovuta alla presenza di una “Leucemia Mielomonocitica Cronica” – sulla rete erano rimbalzate diverse ipotesi sulla malattia di Berlusconi rivelatesi poi fuorvianti. La famiglia dell’ex presidente del Consiglio ha chiesto un po’ di privacy, ed è per questo che gli aggiornamenti essenziali sono solo di competenza dei medici. Ma, incalzato dall’insistenza delle domande dei giornalisti che proseguivano nella mole di domande, Zangrillo ha replicato stizzito: “Ma vi rendete conto? Andate a dormire, pensate alle vostre famiglie”.

Comprensibile. Il primario sta lavorando ininterrottamente dalla mattina a tarda serata. Con addosso una pressione mediatica forse senza precedenti. Ed è per questo che ieri sera, intorno alle 23, fuori dal San Raffaele si è congedato così: “Quello che dovevo dire l’ho detto. Sono stanco. Buonanotte”.

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