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Coffee Break, Pasquino fa pelo e contropelo al governo Meloni: “Pnrr? In ritardo e impreparato”

Valentina Bertoli
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Un tema più di altri attira l’occhio di chi segue le vicende in cui è coinvolto il governo di Giorgia Meloni, quello del Pnrr, il Piano nazionale di resistenza e resilienza. I fondi europei, erogati dall’Ue solo a condizione che l’Italia rispetti i tempi prestabiliti, sono alla base dello sviluppo economico del Paese. Si tratta di 191,5 miliardi di euro (di cui 67 già ricevuti) da utilizzare per centinaia di interventi in quasi tutti i settori della vita pubblica. Il problema, però, è che i lavori sono in netto ritardo. Il politologo Gianfranco Pasquino non lascia spazio alle interpretazioni: “Il governo è impreparato e Giorgia Meloni cerca di nasconderlo”.

 

 

Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, incaricato dal governo di coordinare la gestione del Pnrr, ha già messo le mani avanti: “Sul Pnrr bisogna essere chiari: alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati, ed è matematico, è scientifico che sia così, dobbiamo dirlo e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa”. Da ore ad agitare i vertici del governo è un tam tam impazzito di accuse e risentimenti che hanno coinvolto direttamente il premier Giorgia Meloni e l’ex banchiere centrale Mario Draghi. Ospite a “Coffee Break”, programma mattutino di approfondimento e di attualità condotto in studio da Andrea Pancani, il politologo Gianfranco Pasquino si pronuncia sull’argomento: “Penso che il governo è in ritardo, semplicemente. In parte ha sottovalutato la sfida, in parte non si era preparato, nonostante i futuri governatori sapessero e i sondaggi su chi sarebbe andato al governo fossero chiari”. Poi la pesante frecciata al presidente del Consiglio: “Giorgia Meloni cerca di coprire tutto questo con le sue attività, andando all’estero. Sul Pnrr si gioca molto il governo e il Paese. Sono un sacco di soldi che possono servire a ridisegnare il sistema socio-economico italiano e che hanno delle scadenze precise”.

 

 

Pasquino, durissimo, aggiunge: “Continuiamo a non applicare la direttiva sui balneari e non vogliamo approvare il Mes. Visto che noi non facciamo quello che gli europei ci suggeriscono, loro non faranno quello che noi vorremmo che facessero, cioè un trattamento di favore. Quei soldi sono tanti e possono cambiare il Paese”. 

 

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