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De Masi chiude all'alleanza Pd-M5S: “Schlein è appena appena di sinistra”

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Domenico De Masi, sociologo molto vicino alla leadership del Movimento 5 Stelle, ammette di aver votato per Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico, proponendo però una serie di bacchettate alla nuova segretaria nel corso di un’intervista a Il Fatto Quotidiano: “Schlein è moderatamente laburista, appena appena di sinistra, lontana anni luce da ciò che diceva Enrico Berlinguer, per capirci. L’effetto ottico che la rende quasi una bolscevica è dato dal pregresso pantofolaio e neoliberista di quel partito. Aver avuto Enrico Letta a idolatrare l’agenda Draghi e schivato per un soffio il conservatore Stefano Bonaccini, fa ritenere la neosegretaria figlia adottiva di Antonio Gramsci. Effetto ottico, appunto. Ma lei deve cambiare molto e molto presto e deve trovare gente all’altezza da insediare subito e contemporaneamente formare nuovi quadri dirigenti”.

 

 

“Giuseppe Conte - analizza il sociologo - ha una prateria davanti a sé. Deve sempre ricordare che ci sono in Italia 10 milioni tra poveri assoluti e quasi poveri. La maggior parte di essi non vota, aspetta qualcuno che li rappresenti. Se fossi interpellato gli direi di stare tranquillissimo anzi di spostarsi ancora di più a sinistra”.

 

 

De Masi torna poi sulla sfida tra Bonaccini e Schlein, che ha ribaltato il voto degli iscritti al Pd: “L’elezione non riguardava solo gli iscritti a questo partito ma tutti i democratici di sinistra. E poiché il Pd ha consentito il voto a tutti i cittadini, tutti i cittadini di sinistra sarebbero dovuti andare a votare per almeno due motivi. Perché, grazie al loro consenso, si poteva rendere più coesa e incisiva l’azione politica dell’intero popolo progressista e perché, grazie all’apertura mentale del Pd, votare alle primarie non comportava aderire al Pd. La grande manifestazione antifascista di Firenze è stato - sottolinea De Masi - l’atto politico più significativo che la sinistra sia riuscita a organizzare unitariamente negli ultimi anni. Il pubblico dialogo tra Conte, Landini, Fratoianni e la Schlein sarebbero stati possibile se alla testa del Pd ci fossero stati Letta o Bonaccini?".

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