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Reddito di cittadinanza, il direttore Vecchi stende Bonelli: rissa a Coffee Break

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Il tratto distintivo della manovra di bilancio è la ricerca della giustizia sociale, con il supporto alle famiglie e alle imprese in difficoltà. Lo ribadisce più volte il senatore e viceministro di Forza Italia Francesco Paolo Sisto in collegamento con la trasmissione "Coffee Break", giovedì 22 dicembre. L'argomento bollente della puntata condotta da Andrea Pancani è il Reddito di cittadinanza e i nuovi paletti previsti nella legge di Bilancio del governo Meloni con l'emendamento approvato in notturna.

Nello studio di La7 mentre la manovra si avvia verso il traguardo ci sono il direttore de Il Tempo Davide Vecchi e il deputato dell'Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli e, proprio al direttore, Pancani domanda: "I mesi a disposizione per i percettori diventano 7, non più 8: se dopo questo tempo non si trova lavoro cosa succede visto che si resta senza sussidio?". Poco prima in onda va il servizio sulle proteste in Sicilia dove i manifestanti urlano contro il governo per lo stop al reddito per chi rifiuta la prima offerta di lavoro.

"È piuttosto inquietante - spiega Vecchi - il messaggio che è stato dato a molte persone ovvero che il lavoro non era necessario cercarselo perché comunque a fine mese il sussidio sarebbe arrivato. Credo che sia corretta la strada intrapresa dal governo - evidenzia il direttore - ridisegnare la platea dei benificiari senza darlo a pioggia ai ragazzi di 22 anni: all'inizio sulla carta era una misura perfetta ma senza alcun controllo è stata attuata in maniera sbagliata. Il reddito nelle aree più povere per non far andare via le persone? - chiede Vecchi - Ma è sempre stato così. A me sempre diseducativo".

Un discorso che manda su tutte le furie l'altro ospite, il deputato di sinistra Bonelli che parla invece di "accanimento contro la povertà" mentre il direttore scuote la testa e gli animi si scaldano. "In questo Paese vogliono abolire il reddito senza dare nessuna alternativa - denuncia Bonelli - È uno strumento presente in tutta Europa, non è vero che i giovani non vogliono cercare lavoro: al sud mancano politiche attive, non ci sono stati investimenti". Un'affermazione però che viene stroncata poco dopo dal viceministro azzurro in collegamento: "La sinistra è stata 11 anni al governo mi chiedo dove siano i risultati delle politiche sul lavoro attuate! Il nostro non è un accanimento contro la povertà ma contro il profittamento: la misura è stata ridisegnata contro lavoro nero e reddito e affinché si scelga quello che il mercato offre".

Bonelli insiste che "il lavoro non si trova perché non c'è" e quando c'è è pure mal pagato. "I giovani lavorano 8, 9, 10 ore al giorno per uno stipendio di nemmeno 700 euro, per percepire 2 o 3 euro all'ora". Una dichiarazione che si rivela un assist clamoroso e che il direttore de Il Tempo coglie al volo per ricordare lo scandalo coop che ha da poco travolto proprio il partito del deputato. "Siete voi quelli del caso Soumahoro" ricorda Vecchi. La polemica in studio esplode subito e Bonelli grida alla "disonestà intellettuale". "No, siete voi che fate la morale" ribatte Vecchi. A fermarli è il conduttore che deve mandare la pubblicità.

Ma la bomba è esplosa e quando si torna in studio va in onda il secondo round, "Il ragionamento di Bonelli è che sono senza lavoro tutti quelli che non riescono a trovare quello che gli piace" evidenzia Vecchi riferendosi alle parole del deputato sui criteri di congruità saltati. "Soldi e spostamento vanno considerati nell'offerta" aveva dichiarato Bonelli. "Fa specie sentire che sia lui a lamentarsi del salario minimo o di quanto devono lavorare quando nel suo partito c'è il caso del parlamentare che ha moglie e figli che i dipendenti nemmeno li pagavano" denuncia Vecchi. "Peraltro ricevendo anche soldi pubblici - rincara la dose - Forse prima di fare la morale e dare insegnamenti dovete pulire in casa vostra". Affermazioni che fanno saltare i nervi al deputato che chiede di moderare le parole e non far altro che ribattere: "Io sono una persona perbene".

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