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Tagadà, schiaffo di Rampini ai putiniani d'Italia: “Ingenui o in malafede al servizio di un despota”

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Nel corso dell’edizione del 22 dicembre di Tagadà, talk show di La7 condotto da Tiziana Panella, è ospite Federico Rampini, giornalista del Corriere della Sera, con il quale viene analizzato il viaggio di Volodymyr Zelensky negli Usa e le possibili conseguenze sulla guerra tra Russia ed Ucraina dopo la visita a Joe Biden: “La visita non rappresenta una svolta, rappresenta un punto fermo importante, un messaggio simbolico alla vigilia di Natale dopo dieci mesi di guerra sulla necessità che l’Occidente continui ad appoggiare gli ucraini. Sono arrivate altre decisioni concrete dell’amministrazione Biden sulla guerra, con altri stanziamenti economici, i Patriot, che sono esclusivamente armi difensive, che possono intercettare i missili lanciati da Putin volti a distruggere il paese, non possono bombardare Mosca - ci tiene a sottolineare il giornalista -. Non c’è stato nulla che giustifichi l’idea di un peggioramento delle condizioni per la pace. Se non il comportamento di Putin”.

 

 

“Putin - dice sferzante Rampini - usa la propaganda come è solito fare un despota, stupisce che la sua propaganda sia presa sul serio in Italia. Non so se per ingenuità o per malafede. Ricordo un precedente storico che spiega la differenza sostanziale che c’è tra fornire armi ad un combattente e combattere direttamente. Pensiamo alla guerra del Vietnam, dove i nordvietnamiti comunisti erano completamente armati ed addestrati da Unione Sovietica e Cina, ma nessuno si è mai sognato di dire a Washington che Cina e Unione Sovietica stavano combattendo una guerra contro di loro, sarebbero stati presi a sghignazzate gli americani se avessero cercato di nascondere i propri errori, le proprie colpe e le proprie difficoltà con questo argomento della guerra per procura. Non esiste, non esiste. C’è - chiosa Rampini - una differenza sostanziale tra la Nato che entra in guerra con la Russia e la Nato che fornisce armi a chi sta soffrendo e sta morendo. Vladimir Putin deve nascondere i suoi errori strategici, ha bisogno di fingere di combattere contro un altro avversario”.

 

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