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Qatargate, tam tam a Bruxelles. Sciorilli Borrelli da Gruber: "Non solo i socialisti"

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Lo scandalo Qatargate è destinato ad allargarsi e sotto la lente degli inquirenti potrebbero finire anche altri partiti, non solo i socialisti. Silvia Sciorilli Borrelli, corrispondente italiana del Financial Times, rivela alcune indiscrezioni che circolano tra i giornalisti che seguono gli affari europei nel corso della puntata di mercoledì 14 dicembre di Otto e mezzo, su La7. Il terreno è "scivoloso" perché "l'inchiesta si potrebbe rapidamente espandere a macchia d'olio". Gli inquirenti oggi hanno parlato di nuove ipotesi di indagine. "Sappiamo e abbiamo indicazione che ci sarebbero altri europarlamentari al libro paga del Qatar e per quanto ci è stato detto" questo "non riguarda soltanto il Partito socialista. Hanno fatto bene gli esponenti di centrodestra che hanno fatto dei commenti più miti e morigerati", afferma la giornalista. 

 

L'impressione è che "il problema non sia di un singolo partito ma sia sistemico"; spiega Sciorilli Borrelli che, ad esempio, non vede tante differenze tra la mozione presentata dai socialisti sul Qatar e quella del Partito popolare europeo, entrambe abbastanza morbide. "C'è un problema, non necessariamente di corruzione" ma "il Parlamento Europeo appare permeabile a questo tipo di influenze" dice la giornalista che parla di viaggi, biglietti, favori, di cui si sa ma di cui, anche a causa dell'immunità parlamentare, i media non scrivono. 

 

Tuttavia, è innegabile che nella sinistra c'è un "problema", anche legato all'ipocrisia. Antonio Panzeri con "un'associazione contro l'impunità, sindacalista, paladino dei diritti e poi ...". Una ipocrisia, dice Sciorilli Borrelli, già vista "recentemente in Italia con la questione di Soumahoro". 

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