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Tagadà, "perché l'esercito russo." Nona Mikhelidze sull'escalation di Putin

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"Non lo doveva aggiungere, ha mancato di serietà". L'analista internazionale Nona Mikhelidze risponde così a Tiziana Panella che le chiedeva di interpretare una frase di Putin, durante la puntata di mercoledì 21 settembre a Tagadà su La7.  "Non sto bluffando" ha detto il presidente Putin riferendosi al pericolo della guerra nucleare nel suo discorso di oggi. Una frase che tradisce il leader del Cremlino che avrebbe paura di non essere credibile.


 "Putin ha evocato talmente tante volte la minaccia nucleare, sta comunicando all'Occidente con ricatti e minacce che ha paura di non essere più credibile. La questione nucleare è un messaggio diretto più al pubblico europeo che ai leader. Il pubblico ordinario infatti non si interessa più di tanto alla politica internazionale e sentire la minaccia nucleare lo spaventa. Già è ricattato sulla questione del gas" spiega l'analista Mikhelidze che è certa della difficoltà che sta attraversando la Russia nella guerra con l'Ucraina.  "La difficoltà causata dalla contro offensiva ucraina che ha portato alla liberazione della regione di Karkiv. Tutti si aspettavano una reazione sia a livello politico che al fronte. Una risposta che non è arrivata perché le forze armate russe non sono state in grado di avanzare in nessuna direzione. L'unica area dove continuano a mantenere posizione è Bachmut ma anche lì da mesi non riescono a sfondare la linea difensiva ucraina. Anche nei territori dove è stato annunciato il referendum l'iniziativa strategica è dell'Ucraina". 

Nella sua analisi Mikhelidze spiega come la propaganda politica di Putin sia andata in tilt e che non c'è alcuna speranza di negoziato o soluzione diplomatica. "Anche la sua propaganda politica è andata in tilt divisa tra due posizioni: da un lato un gruppo diceva che gli ucraini sono aiutati dalle armi occidentali un altro gruppo ammetteva la sconfitta di Karkiv chiamando ad una maggiore mobilitazione. La sua risposta politica alla controffensiva ucraina cambia alcune cose: ammazza ogni speranza di negoziato e di soluzione diplomatica. Possiamo immaginare che questi referendum saranno seguiti da un decreto presidenziale che riconoscerà l'annessione di questi territori alla Federazione russa ed è inimmaginabile che a un tavolo di negoziato Putin faccia un passo indietro" conclude. 

 

 

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