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DiMartedì, Paolo Mieli elogia Giorgia Meloni: "La sua genialità..." E affonda la coalizione sinistra

Giada Oricchio
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Giorgia Meloni, la storia, il fascismo e le ferite aperte. Giovanni Floris, conduttore del talk show “diMartedì”, ha intervistato Paolo Mieli, autore del libro “Ferite ancora aperte – guerre, aggressioni e congiure” per capire se e quanto sia concreto l’allarme democratico lanciato dal segretario Pd, Enrico Letta, in caso di vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni del 25 settembre. Alla domanda di Floris: “Giorgia Meloni paga la provenienza dall’MSI?”, lo storico ed editorialista ha dato una risposta sorprendente: “Secondo me è avvantaggiata”.

Il motivo lo ha spiegato subito dopo: “Viene da una storia di una minoranza messa ai margini dalla storia repubblicana. I progenitori di Meloni sono stati emarginati dal sistema di quelli che mangiavano e si arricchivano. La sua genialità sta nel mantenere quella tradizione senza associarsi con nessuno, il contrario di quanto fatto da Gianfranco Fini l’uomo di tutti i compromessi. Ciò detto che abbia il peso della Fiamma, della storia neofascista non ci credo. Penso che non ci sia un solo italiano che tema il riaprirsi della storia di 100 anni fa”.

Un bell’endorsement da parte dell’ex direttore storico del Corriere della Sera la cui acuta analisi politica si è estesa anche al centrosinistra: “Non sono d’accordo con chi dice che Letta ha sbagliato, sono ingenerosi nel giudicarlo. Hanno scelto di presentarsi a tridente, non è che non lo sapevano che uniti forse avrebbero potuto giocarsela, come dice anche il sondaggio di Pagnoncelli, ma io non ne sono affatto convinto” ha asserito Mieli pronunciando una profezia sibillina: “Penso che fosse una partita persa in partenza. Uniti si perdeva peggio. Liberate le forze di Conte e del Terzo Polo, uno a sinistra e uno a destra del PD, possono fare una somma di voti molto maggiore e vedrete che quella somma di voti conterà parecchio nella prossima legislatura”.

 

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