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Marco Rizzo insiste su Gorbaciov, arcobazie sul tweet: "Cosa è successo subito dopo..."

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Una nuova arrampicata sugli specchi dopo il tweet in cui ha brindato per la morte di Mikhail Gorbaciov, peraltro senza citarlo ma ricordando che teneva la bottiglia in fresco dalla caduta dell'Unione sovietica. Marco Rizzo, segretario generale (sì, come nel Pcus...) del Partito Comunista è intervenuto a La corsa al voto, su La7,  dove gli è stato chiesto un commento sulla vicenda che gli ha provocato una valanga di commenti negativi e insulti. 

 

All'inizio per giustificarsi aveva parlato di "provocazione dadaista", attaccando i "giornaloni" che avevano riportato la notizia. Nel  programma condotto su la7 da Paolo Celata e Alessandro De Angelis ha ribadito: "Ho fatto volutamente un esperimento, una provocazione". "Noi abbiamo fatto una cosa molto semplice, abbiamo ricordato che Gorbaciov è l'icona della globalizzazione, di quello che stiamo vivendo oggi. E oggi è stato appunta santificato", dice curiosamente al plurale. "Quando ho saputo la notizia ho volutamente fatto questa provocazione. E dieci minuti dopo Repubblica, HuffPost, La Stampa, Open... tutti i giornali che rappresentano il mainstream pronti ad attaccarmi", afferma l’esponente comunista che corre alle elezioni del 25 settembre con Italia sovrana e popolare.

 

"Non il mainstream, i democratici", commenta De Angelis, ma Rizzo non raccoglie e rimarca: "In questo mondo ci sono morti per guerra, per infortuni sul lavoro, per fame, per gli effetti dei vaccini. Nessuno dice niente. Quei giornali lì hanno aspettato l'attacco alla beatificazione per attaccarmi. Pentito? Ma non mi pento, è chiaro che era una provocazione". 

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