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I vini di Massimo D'Alema non sono un grande affare. Cosa dice il terzo bilancio della Silk Road Wines

Andrea Giacobino
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Non è un grande affare il vino di Massimo D’Alema & C. Lo testimonia il terzo bilancio, depositato qualche giorno fa, della Silk Road Wines («Vini della strada della seta» dall’inglese). Costituita nel 2019, vede l’ex segretario dei Ds quale amministratore assieme al noto enologo Riccardo Cotarella: i due figli del politico (Francesco e Giulia) hanno cadauno il 17,5%, il 50% è delle tre figlie di Cotarella (Dominga, Enrica e Marta) mentre il 15% restante è del fondo lussemburghese Amana Investment Glass Fund di Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group.

La società, che commercializza vini all’ingrosso fuori dall’Ue (anche in Cina), ha chiuso il 2021 ricavi diminuiti anno su anno da 81mila 384 a 72mila 984 euro anche se l’utile è progredito da 32mila a 66mila euro, interamente riportato a nuovo. Un calo di vendite dovuto, spiega la nota integrativa, all’onda lunga della pandemia. La società ha però usufruito di tre contributi pubblici Covid-19 per oltre 50mila euro complessivi.

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