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Mezz'ora in Più, la giornalista dissidente Oksana Chelysheva accusa: “In Russia dissenso bloccato dal potere”

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La giornalista Oksana Chelysheva è stata intervistata in collegamento video a Mezz’ora in più, talk show domenicale di Rai 3 condotto da Lucia Annunziata. Chelysheva, costretta a fuggire dalla Russia e a stabilirsi in Finlandia per le minacce ricevute per il suo lavoro, si esprime così sulla possibilità che in Russia possa avere voce il dissenso nei confronti dell’azione militare in Ucraina: “Le reazioni ci sono già, anche da parte del potere altrimenti non avremmo visto la chiusura dei media e i giornalisti che devono lasciare la Russia, compresi quelli della Novaja Gazeta. Non scrivo da tempo per Novaja Gazeta ma ho sempre provato molto rispetto per questa testata nonostante alcune divergenze”.

 


“Dal 2008 - racconta la giornalista - abito in Finlandia, non è un caso, ma un fatto direttamente connesso non soltanto alla mia attività sulla guerra in Cecenia ma anche al mio supporto, come giornalista, al movimento di opposizione e in tutti i casi di violazione dei diritti umani in Russia. So cosa sono le minacce e questo purtroppo continua nella mia vita. Da una parte ci sono problemi vecchi in Russia che nessuno ha intenzione di dimenticare, io non ho nessuna intenzione di dire che ho fatto qualcosa di sbagliato; dall’altra c’è la situazione in Ucraina, su cui lavoro dal 2014. In Ucraina ho lavorato molto, sia sul fronte dell’attività giornalistica che umanitaria”.

 

 

“Non mi faccio illusioni su Ramzan Kadyrov e sul regime creato in Cecenia e capisco che le azioni dei militari ceceni ora sul territorio ucraino sono la continuazione di questa politica della lealtà personale di Ramzan Kadyrov a Vladimir Putin e ora stanno dimostrando in tutti modi la loro lealtà. Spero - dice Chelysheva sulle truppe speciali presente in Ucraina - che sulle unità cecene in Ucraina ci sarà un controllo efficiente e che non potranno compiere le violazioni dei diritti umani che succedono oggi sul territorio ceceno con il regime di Kadyrov”.

 

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