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“Diventiamo come la Russia”. Corrado Formigli sbotta sulle regole per i talk show: grottesche

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“Sono grottesche. Chi le decide? Il politico di turno? Allora sì che diventiamo come la Russia”. Corrado Formigli definisce in malo modo in un’intervista a Repubblica le regole che la Rai vorrebbe porre sugli ospiti nei talk show. Il giornalista poi aggiunge: “Io in trasmissione inviterei anche Vladimir Putin”, spiegando che andrebbe intervistato facendo “una mediazione, e non da megafono. Fare tutte le domande. Se avessi potuto io avrei intervistato anche Osama Bin Laden. E se fossi vissuto nella seconda guerra mondiale pure Adolf Hitler”. 

 

 

Il conduttore di ’PiazzaPulità su La7 rivendica il pluralismo: “Perché non è giusto sentire figure di grande valore come Slavoj Zizek, Carlo Rovelli, Toni Capuozzo o Bernardo Valli? Dicono che non bisognerebbe invitare Rovelli, perché non è un esperto di geopolitica. Ma la guerra riguarda tutti. E io faccio il giornalista. Oggi ci sarà Vera Politkovskaja, la figlia di Anna”. Quanto al sentimento putiniano in Italia, Formigli taglia corto: “Non ridurrei il tutto al filoputinismo. C’è un’enorme preoccupazione sulla guerra. Unita a un dolore grande per la sofferenza del popolo ucraino. Cresce perciò la domanda su come fermare le armi. L’escalation mette paura, può colpire anche noi”. E Formigli conclude dicendo che la guerra “sarà lunga. È una questione di sopravvivenza per Putin. Perciò non basta solo armare gli ucraini, ma serve più diplomazia perché la guerra altrimenti ci travolgerà. Il punto è che serve un compromesso che vada bene ad entrambi, a Putin e a Zelensky. È questo il nodo”. 

 

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