Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Otto e mezzo, la crisi di nervi di Marco Travaglio su Luigi Di Maio. E Lilli Gruber si arrabbia

Giada Oricchio
  • a
  • a
  • a

Marco Travaglio contro Luigi Di Maio, ministro degli Esteri: “Ha pugnalato Conte alle spalle, guida il partito draghiano all’interno del M5S”. Poi fa infuriare Gruber. Il Mattarella bis ha lasciato macerie tra le forze politiche.

Durante la puntata di martedì 1 febbraio di “Otto e Mezzo”, il talk politico di LA7, Lilli Gruber interroga Marco Travaglio, su Lega e M5S: scissione? Riorganizzazione? Addii? Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” svela scena e retroscena della candidatura di Elisabetta Belloni, Capo dei Servizi segreti, bruciata in modo maldestro. “E’ stata mancata anche grazie a Di Maio – ha detto con piglio velenoso Travaglio - Ha passato una settimana a dire che era anche un suo nome quando notoriamente era un nome di Conte e Meloni, poi l’ha impallinata sul più bello, ad accordo fatto. Ha provato a difenderla? Ma fatemi il piacere! L’ha affossata completamente. Ho visto Di Maio che si è scatenato, state cercando di cambiare quello che è successo”. La conduttrice lo stoppa alzando la voce: “No, no, noi non cerchiamo di cambiare proprio niente! Vogliamo capire e basta”.

Così Travaglio rivela che il nome della Belloni, insieme ad altri candidati, era sul tavolo del centrosinistra da un mese ed era l’unica a non aver subito veti né dal centrosinistra né dal centrodestra. E scende nei dettagli: “Salvini ha parlato con Letta e Conte che gli hanno proposto Belloni o Severino, ha chiesto di parlare con gli alleati, Meloni ha detto sì e c’era un accordo. La parola era stata data, a casa mia la parola data ha un valore. E invece si sono scatenati Di Maio, Guerini, Renzi. Hanno disfatto tutto in diretta. Letta si è sentito messo in minoranza perché il PD non è un partito ma è una tribù che non può rinunciare ai renziani interni e la Belloni è stata impallinata. Il Riformista ha perfino pubblicato una chat del PD che dice ai suoi di votare la titolare dei Servizi segreti”. Una ricostruzione che il Nazareno ha smentito.

Al nome di Di Maio, il direttore de “Il Fatto”  sembra un toro davanti a un drappo rosso: “Guida il partito draghiano all’interno del M5S. Va a trattare con il pugnale nella schiena del suo leader invece di fare quello che dice. Scissione? Beh, parlarne perché se ne va uno… o si è messo fuori…”.

Lilli Gruber storce la faccia in una smorfia eloquente: non si può dire che Di Maio, ministro degli Esteri, ex segretario dei 5 Stelle e tra i fondatori del Movimento sia uno qualunque. Ma Travaglio continua: “Quando accoltelli il tuo leader in una battaglia importante come il Quirinale facendo uscire sui giornaloni sempre il contrario di quello che Conte ha deciso con i gruppi parlamentari è evidente che…”.

Infine l’affondo durissimo: “Fino a ieri i giornaloni chiamavano Di Maio il bibitaro, adesso viene elogiato. Ieri da De Benedetti, da Cassese, dal Corriere, da Repubblica, adesso è diventato uno statista. Lo hanno paragonato a Moro. E’ evidente che è diventato funzionale all’establishment. Legittimo, ma fa ridere considerando che il M5S era un partito anti establishment e per questo non è amato dai militanti. Ricevo centinaia di lettere contro Di Maio, la base ha detto a Grillo: o Conte o Conte”.

Dai blog