Islamofobo per dovere civile
Con un post acerbo quanto il suo cognome, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, appunto, esacerbando i toni del già acerbo scontro destra-sinistra che sfrutta perfino gli orrori di Gaza per attaccare il governo Meloni (lo dimostra il fatto che della pace siglata da Trump a sinistra non frega niente a nessuno) ha pensato bene di darmi dell’islamofobo. Lo stesso termine usato dall’ex imam di Torino e dai commentatori del sito di propaganda islamista La Luce, il luogo del pensiero dei Piccardo, convinto di offendermi o di gridare a chissà quale scandalo.
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Premesso che lo scandalo è lui e chi come lui, anziché applaudire Trump per aver fatto per Gaza più di quello che le piazze di facinorosi a cui lui si ispira avrebbero fatto in duemila anni, vorrei spiegare al compagno islamofilo che una cultura politica e religiosa che afferma che il Corano sta sopra la Costituzione e la sharia, di conseguenza, sopra la legge non è compatibile nè integrabile con una democrazia come dimostrano matrimoni imposti, burqa, bambini che si tappano le orecchie quando sentono nominare Gesù Cristo e via discorrendo.
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Quindi se con tale termine Acerbo intende dire che io sono un democratico che in Italia afferma la superiorità della Costituzione a qualunque credo o credenza e che, al contrario, chi non lo fa qui non ci deve stare, gli confermo che ha ragione: sono islamofobo per dovere civile.
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