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Cerno: quei fascisti della Corte dei Conti

Tommaso Cerno
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Quei fascistoni della Corte dei Conti hanno messo nero su bianco che il Superbonus del governo Conte due è una voragine da 150 miliardi che come un meteorite ha fracassato i conti pubblici. Sì perché finché lo diceva il governo di Giorgia Meloni che quel provvedimento elettorale servito a sistemare i castelli di qualche riccone, foraggiare grossi gruppi edilizi a spese degli italiani per poi lasciarci incartati per anni e costretti a contare col contagocce le risorse della Finanziaria erano solo scuse del governo dei balilla e gli italiani che l’hanno votato un branco di pecore. Invece finalmente la magistratura contabile, la stessa che c’era prima quando governavano loro, ha spiegato che non c’è nessun Mussolini da abbattere ma che al contrario il populismo ci stava prima a Palazzo Chigi e se la prendeva con i libri contabili. Scopriamo poi che oltre al danno c’è la beffa: nelle viscere di quello spot ammazza Italia finiamo pure per cofinanziare con le tasse dei cittadini la moschea di Roma in compagnia di Fratelli Musulmani. E non certo di Fratelli d’Italia.

 

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