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Cerno: chi muore di freddo e chi vive di balle

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Tommaso Cerno
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Ci mancava soltanto l’autonomo veneto attaccato ai «schèi» che per passare il tempo fa finta di combattere contro gli sfratti. Mentre un poveruomo che, al contrario della politica, vive davvero senza una casa, tira le cuoia. È la favola esopica delle balle che ci propinano oggi, quando ci sembra normale che una imputata che si vanta di vivere a scrocco nelle case degli altri, invece che finire sotto processo, finisce pluridecorata, strapagata e «immunizzata» al Parlamento europeo a farci la morale. Di gente morta di freddo in Italia non se ne dovrebbe vedere più, ma di gente morta di freddo perché qualcuno ti piglia per i fondelli proprio non ne avevamo bisogno. Non è nemmeno la doppia morale di una certa sinistra che si è persa nei meandri dell’anti melonismo senza costrutto di questi ultimi anni, è che quando vivi di balle prima o poi finisci per crederci. Quello che sconsiglio di fare agli italiani che hanno a cuore il loro Paese. Per quanto brutta sia la realtà, è sempre meglio della menzogna. Ma tanto le scuse non arriveranno.

 

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