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Paragone smaschera +Europa: presepe provocatorio o progetto europeista?

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Gianluigi Paragone
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Tre immagini di presepi: uno con due Giuseppe e il bambin Gesù; un altro con due Maria e il bambinello; e un altro ancora con la sola Madonna e Gesù in fasce, entrambi di colore. «Il bello delle tradizioni è che possono cambiare! Buone feste da +Europa», vergava come augurio il partito europeista e liberista di Emma Bonino, Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi. Le prime reazioni non state buone, né dentro né fuori dal partito. Addirittura l’imprenditrice italiana nata in Albania Anita Likmeta ha annunciato l'addio al partito con un post Fb assai duro: «Se +Europa pensa di difendere la diversità con ammiccamenti ipocriti alla tradizione, io per il ruolo della Madonna lesbica non sono disponibile. Addio a Più Europa e buon suicidio politico (non assistito)!». Ovviamente non sono mancate le polemiche anche al di fuori del partito, ma ovviamente fa parte della dialettica.

 

 

Ora, la questione non è tanto il tipo di reazioni agli auguri di +Europa ma è soprattutto il tipo di messaggio politico di cui è impregnato il messaggio stesso. Non si tratta di una frase buttata lì come fosse uno di quei post pacchiani con cui governanti, leader e politici vari lasciano un segno il 25 dicembre, convinti che il mondo debba essere informato della loro giornata privata come fossero una Chiara Ferragni o un Fedez. No, si tratta di altro e per questo ho citato i Ferragnez, i quali sarebbero stati gli influencer perfetti del messaggio di +Europa: un messaggio fluido, incline a quel liberismo caro a Bruxelles e agli influencer di quella «modernità» dove il progresso si misura a colpi di intelligenza artificiale, di robotizzazione e di cancellazione dell’identità e delle tradizioni. Se non fossero stati al centro della bufera per i pandori solidali e le uova di pasqua benefiche, sono certo che Chiara e Fedez non avrebbero fatto mancare un like o una condivisione al messaggio di cambiamento delle tradizioni.

 

 

Lo slogan «Il bello delle tradizioni è che possono cambiare» è quanto di più falso ci possa essere, ma è di moda sostenerlo, è di tendenza; è figo. Il bello delle tradizioni invece è che restano così, altrimenti qual è il senso della tradizione? Il presepe lgbt - salvo diverse e sorprendenti benedizioni di Papa Francesco (ma non credo) - non è un presepe, e la discussione non può nemmeno partire perché il senso della maternità di Maria come donna eletta dal Signore si perde, così come la natività. Ma la domanda di fondo è: si tratta di una provocazione o un manifesto politico? Io penso che fosse il manifesto politico del partito più europeista, di quelli che si propongono come edificatori della nuova Europa, anzi degli Stati Uniti d’Europa e lo fanno col sostegno economico di personaggi come Soros (Open Society). Come deve essere allora questa Europa? L’evoluzione di quella attuale, cioè neoliberista in economia e libera da quelle tradizioni che il cattolicesimo è riuscito non solo a conservare ma a proporre come pezzo di una identità comune, oltre i confini. Non è un caso, quindi, che l’Europa sia priva di una Costituzione: avendo rifiutato di includere le radici giudaico-cristiane, ha preferito l’egemonia della finanza (Pnrr, Mes...) e il modello della società fluidità. Meglio non legarsi troppo.

 

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