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Expo 2030, l'Europa s'è venduta agli arabi: una pericolosa deriva

Davide Vecchi
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Riad si è aggiudicata Expo 2030. Roma è arrivata ultima con appena 17 voti, neppure i 27 dei Paesi dell’Unione Europea. Chi ha vinto, però, non ha vinto per meriti ma per soldi. Può un’esposizione internazionale come Expo essere assegnata al miglior acquirente? Non dovrebbe ma è accaduto. Il punto vero lo coglie Giampiero Massolo: «L’esito del voto mostra una pericolosa deriva mercantile, non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi non permanenti in Consiglio di sicurezza. Se questa è la deriva credo che l’Italia non ci debba stare».

 

 

Non è dunque la sconfitta di Roma ma dell’intera struttura europea, di millenni di cultura, del concetto stesso di democrazia venduto dal Bie al miglior offerente. Massolo ha pienamente ragione: è una pericolosa deriva. La corsa tutta italiana a cercare il colpevole è quanto mai fuori luogo: Roma ha giocato a carte scoperte, con un progetto che sarebbe potuto essere vincente se non si fosse scontrata con quello che il sindaco Roberto Gualtieri aveva definito «il potere dei petroldollari». Inutile cercare i responsabili della sconfitta, così come è fatica sprecata tentare di individuare i meriti del vincitore. È stata solo una questione di soldi.

 

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