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Meraviglia, l'Italia ritrova una voce

Davide Vecchi
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Sergio Mattarella che striglia il presidente della Repubblica tedesca Steinmeier, la Corte Ue che boccia la Francia sui respingimenti a Ventimiglia, Giorgia Meloni che chiama alle proprie responsabilità l’Assemblea Onu. Per carità, probabilmente il tutto si rivelerà inutile, ma che meraviglia vedere finalmente qualcuno che tenta di far valere e rispettare questo nostro Paese d’anime ignave «senza infamia e senza lode», per dirla con Dante.

 

Che poi il concetto è basico ed è noto da almeno un decennio: l’Italia non può accogliere da sola questi flussi migratori illegali né ha intenzione di ridursi a hotspot d’Europa. Basta tenere il punto. Come avviene da un anno, da quando il governo si è insediato e fece stizzire Macron con l’Ocean Wiking. Aiuta la condivisione d’intenti tra Meloni e Matteo Salvini, precursore della linea dura contro gli sbarchi irregolari.

 

Ieri le parole di Sergio Mattarella sui «preistorici» accordi di Dublino –gli stessi usati da Francia e Germania giorni fa come alibi per chiudere i confini –hanno cementificato la posizione dell’Italia. Perché sono state espresse in faccia a Steinmeier e a distanza di poche ore da quelle scandite da Meloni a New York, con l’invito alla guerra globale contro gli schiavisti. Poi certo, c’è chi polemizza sulla scelta di Meloni di cenare in una pizzeria e non al desco di Biden. Ma chi se ne frega. Ops. La dice meglio Dante: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».

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