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Fiorello show alla Festa del Cinema: ecco la vera storia del mio no a Weinstein

Davide Di Santo
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La proposta gli era arrivata in pieno agosto, mentre era in vacanza in Sardegna, per un film da girare a Roma nel quale avrebbe dovuto interpretare "un elegante cantante italiano che si esibiva 'mentre' si svolgeva la scena principale", ma lui ad andarsene dalla Sardegna per girare nel sole di Roma non ci pensava proprio e aveva detto 'no'. Così Fiorello ha raccontato, ad una gremitissima sala della Festa del Cinema di Roma, il suo rifiuto anni fa a partecipare ad un film di Harvey Weinstein. "Mi scrisse rimproverandomi. E disse 'non lavorerai più in America'. E io: ma chi ce viene. E come se a un calciatore gli dici non giocherai più a basket... e 'sti ca...!". Fiorello e il Cinema, un fiume di gag e ricordi esilaranti che ha divertito il pubblico di Roma per oltre un'ora. Il primo film che ha visto lo showman è "Maciste gladiatore di Sparta", ("l'avrò visto mille volte, mio padre a cinque anni mi lasciava dalle 4 alle 8 nel cinema del paese e c'erano solo questi film") , poi "E Dio disse a Caino", dove "c'è uno che viene menato a sangue ma non c'è colonna sonora, la fa lui cadendo sulla tastiera del piano, fantastico". Nella sua infanzia niente film come "Fantasia" di Walt Disney perché "cose così erano vietate in Sicilia". "Io gli ho detto che non c'entro nulla qui, quando mi ha invitato - dice il conduttore rivolto al direttore del Festival Antonio Monda, che ha moderato l'incontro - perché non sono di quelli che si vedono tutti i film coreani, i nomi del Leone d'Oro a Venezia che sono impronunciabili, e portano film dai titoli tipo 'Il volo del calabrone controvento' o roba simile". 

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