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Coronavirus, Sanavia (Pal Zileri): "Produciamo 15mila mascherine al giorno"

L'ad del gruppo, al momento per uso civile, richieste da tante aziende per continuare a lavorare

AdnKronos
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Vicenza, 1 apr. (Labitalia) - "Abbiamo iniziato la produzione la scorsa settimana, ora siamo a regime e riusciamo a produrre 15mila mascherine al giorno e quindi contiamo di arrivare alla fine di questa settimana-inizio della prossima a centomila mascherine prodotte. Sono mascherine fatte in tessuto, cotone, e fibra elastica, con un trattamento impermeabilizzante. Sono filtranti, lavabili e vengono assemblate manualmente dalle nostre sarte. Sono al momento mascherine per l'uso civile, e non medicale. Non hanno quindi la certificazione come dpi, dispositivi di protezione individuale, ma stiamo cercando di ottenerla". Così Marco Sanavia, ad di Pal Zileri, storico marchio dell'abbigliamento maschile made in Italy, racconta ad Adnkronos/Labitalia come, in questo periodo di emergenza per il coronavirus, l'azienda abbia riconvertito parte della produzione nella realizzazione di mascherine, mentre l'attività consueta, come previsto dal Dpcm, è ferma. "Il progetto -spiega Sanavia- nasce da una collaborazione con Marzotto che ci fornisce il tessuto, con il quale abbiamo creato questo progetto di filiera. Le prime mascherine prodotte sono andate appunto a Marzotto che le ha distribuite con un'iniziativa di beneficenza, le altre andranno alla Protezione civile, e poi alle molte aziende che hanno necessità di avere queste mascherine e ce le stanno chiedendo per i loro dipendenti. Ci sono alcune aziende che ci hanno contattato come anche imprese del mondo alimentare. Stiamo producendo mascherine anche per aziende che producono letti per ospedali che ci hanno chiamati disperati perché avevano bisogno di questo tipo di supporto", sottolinea Sanavia. Un'iniziativa di supporto al Paese in questo momento di difficoltà, chiarisce Sanavia. "E' il massimo con il personale che abbiamo al lavoro, 70 addetti sui 400 in totale, e credo che sia una produzione interessante e importante. Poi quando riapriremo e ricominceremo a fare i nostri prodotti, continueremo parallelamente a fare mascherine, ma lo scopo principale di questa operazione è stato quello di supportare il nostro paese e la nostra società, oltre che dare la possibilità a parte del nostro personale di continuare a lavorare. E quindi continueremo fino a che ce ne sarà bisogno, le mascherine stanno avendo un buon successo perché sono confortevoli, sono riutilizzabili perché lavabili in acqua calda, e si possono utilizzare una decina di volte", rimarca. "I dipendenti al lavoro sulle mascherine -spiega ancora Sanavia- sono circa una settantina su una forza lavoro complessiva dell'azienda che è di 400 persone, e si trovano nel nostro stabilimento storico di Quinto Vicentino, in cui abbiamo implementato tutte le attività di sicurezza e di controllo, abbiamo la rilevazione della temperatura, il giusto distanziamento, abbiamo riorganizzato i turni in modo che ingressi e uscite siano scansionati, anche al fine di garantire di garantire la sicurezza dei lavoratori. E naturalmente abbiamo provveduto alla sanificazione degli ambienti di lavoro", sottolinea ancora Sanavia. Ma l'ad di Pal Zileri parla anche di quello che è stato l'effetto del coronavirus sull'attività d'impresa. "L'effetto del coronavirus sulla nostra azienda è stato devastante. Abbiamo tutti i nostri negozi in Europa e nel mondo chiusi, che sono una ventina. Tutti i negozi dei nostri partner che siano in Spagna, Francia, Inghilterra sono chiusi come naturalmente quelli italiani. Quindi noi abbiamo una collezione, quella primavera-estate che non stiamo vendendo, non la stanno vendendo neanche i nostri partner che quindi non riescono a pagarci regolarmente", sottolinea. "Abbiamo -spiega- una collezione autunno-inverno appena opzionata, venduta, che dovremmo produrre che non sappiamo come andrà visto che ci stanno cancellando gli ordini un po' alla volta e la prossima primavera estate con un grande punto interrogativo: la settimana della moda maschile è stata posticipata e tutto è complicato. Contemporaneamente noi siamo chiusi e quindi abbiamo anche la difficoltà di produrre i campionari", rimarca. "Quindi da un lato stiamo andando avanti con lo smart working con delle persone che si sono connesse per portare avanti le attività di customer service piuttosto che di ideazione della nuova collezione, dall'altro c'è la constatazione che se le cose non si sbloccano siamo fermi, i nostri incassi delle ultime settimane sono pari a zero", spiega Sanavia. E le misure messe in campo dal governo nazionale rischiano di non bastare. "Il timore è che le misure prese dal governo, e cioè le nove settimane di cassa integrazione per il Covid non siano sufficienti. Anche perché ci sono molte aziende come la nostra che hanno sia le parti produttive che i negozi all'interno della stessa società e quindi per tenere i negozi in cassa integrazione perché ci viene imposto giustamente di chiudere, poi rischiamo di non avere più ammortizzatori sociali per la parte produttiva dell'azienda che ha tempistiche diverse", aggiunge. Ma, il problema, chiarisce l'ad di Pal Zileri, è anche un altro. "C'è anche un problema di liquidità. E poi non ci sono state risposte chiare sugli affitti, noi abbiamo dei negozi e anche i nostri partner a loro volta sono in difficoltà. E quindi servono misure più importanti, più estese di supporto al reddito, di supporto alle aziende". E Pal Zileri, quando l'emergenza sarà finita, spera di riprendere dai risultati positivi raggiunti fino a prima dell'inizio dello scoppio dell'emergenza. "Noi siamo fiduciosi, abbiamo un azionista che ci sta supportando, che sta facendo importanti donazioni. Nonostante il settore dell'abbigliamento maschile sia in contrazione, noi stiamo avendo finalmente dei risultati positivi, una forte evoluzione, e riusciamo a vestire l'uomo per ‘tutti i giorni'. Un trend molto positivo negli ultimi anni, tutti hanno riconosciuto il nostro sforzo stilistico e sui prodotti, stavamo andando molto bene a gennaio e il nostro obiettivo è quello di ripartire quanto prima e meglio di prima", conclude Sanavia.

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