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Lazio, la quinta è la più bella

La vittoria sul difficile campo di Udine griffata da Acerbi e Correa

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Sale la Lazio, passa anche a Udinese e conquista la quinta vittoria consecutiva, quattro in campionato, lasciando a riposo Leiva e Milinkovic. Il successo stavolta è griffato dal primo gol in maglia biancoceleste di Acerbi e Correa, non basta ai friulani la rete segnata da Nuytinck. Inzaghi cambia tutto rispetto alla vittoriosa gara contro il Genoa e ottiene le risposte volute dai panchinari. Alla fine ci sono cinque novità: in difesa torna dopo un mese Luiz Felipe, sulla destra c'è Patric al posto di Marusic, in mezzo Badelj e Luis Alberto sostituiscono Leiva e Milinkovic, in attacco l'inedita coppia Correa-Caicedo con Immobile in panchina insieme a tanti illustri colleghi. Sull'altro fronte Velazquez si affida alla fantasia di De Paul alle spalle del solito Lasagna oltre alla spinta della Dacia Arena. Primo tempo equilibrato e senza acuti. L'Udinese ci prova con una punizione di De Paul (parata da Strakosha) inventata del solito Maresca, persecutorio in più di un'occasione sui contrasti (lo sarà anche nel finale concedendo quasi 7 minuti di recupero). Dà sempre ragione ai giocatori di casa, ignora un intervento sospetto su Correa nell'area friulana, ammonisce sei laziali in una gara sostanzialmente corretta. Nel mezzo un paio di azioni della Lazio con Luis Alberto e Parolo che svettano di testa ma non trovano la porta avversaria. Tutto qui, con Badelj che cerca la posizione giusta, Caicedo lasciato nel deserto di un attacco che ha poco sostegno da parte di Correa. «El Tucu» comincia bene con due percussioni interessanti poi si perde un po' col passare dei minuti nel traffico dei centrocampisti dell'Udinese che fanno densità per provare a colpire in contropiede. A inizio ripresa Strakosha è strepitoso a fermare Fofana poi Inzaghi inserisce Immobile e Durmisi al posto di Caicedo e Lulic per dare la scossa a una partita molto bloccata. Mossa decisiva: al 16' il gol del vantaggio con il primo gol biancoceleste di Acerbi dopo una punizione di Luis Alberto. Sei minuti e Correa tira fuori dal cilindro un numero fenomenale, mette a sedere Larsen e poi infila Scuffet: 0-2. Velazquez non ci sta, ecco l'ariete polacco Teodorczyk e il pennellone olandese Nuytinck trova in mischia (fondamentale la deviazione di Badelj nella porta di Strakosha) la rete che riapre tutto. Entra un altro attaccante Vizeu, l'Udinese va all'assalto ma non trova il pari. E adesso solo derby, nel mese maledetto: a settembre la Lazio non ha mai vinto né segnato un gol contro la Roma. Sette precedenti sei vittorie giallorosse e un solo pareggio nel 1973. L'ultimo di campionato fu quello vinto dalla Roma con reti di Balzaretti e Ljajic su rigore, era il primo dopo quello del 26 maggio del 2013 griffato da Lulic nella finale di coppa Italia. Dopodomani sarà tutta un'altra storia con i biancocelesti che sperano di tornare a imporsi in una stracittadina di campionato dopo un anno e mezzo. La Lazio è pronta.

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