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Il calcio resta senza presidenteIn Figc arriva il commissario

I tre candidati

Al ballottaggio Sibilia-Gravina "vincono" le schede bianche

Alessandro Austini
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La Federcalcio va verso il commissariamento da parte del Coni. L'Assemblea Elettiva, svoltasi a Fiumicino, non è riuscita ad eleggere il successore di Carlo Tavecchio nemmeno dopo il ballottaggio. Il presidente della Lnd, Cosimo Sibilia, ha ottenuto 9,33 voti, con una percentuale dell'1,85%, mentre il numero uno della Lega Pro Gabriele Gravina, si è fermato a 196,83 (39,06%). Il quorum richiesto era il 50% più uno. Le schede bianche sono state 297,80, pari al 59,09%. In precedenza, era stato escluso al terzo scrutinio il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi.  «Avevamo un accordo su Gravina presidente, ma loro all'interno hanno avuto problemi, quindi non ci sono le condizioni. Io avevo riunito i presidenti regionali per cercare di raggiungere un'intesa: questo sta a significare quanto siamo responsabili, come lo siamo stati sempre». Queste le parole di Cosimo Sibilia. «Noi avevamo fatto un passo indietro per il bene del calcio nonostante fossi in vantaggio alla terza votazione. Ci siamo incontrati con Gravina, prima mi avevano detto che erano d'accordo ma che avrebbero dovuto consultare le componenti che spostenevano Gravina, poi non ho ricevuto nessuna risposta se non una telefonata, e sottolineo una telefonata, di Gravina dove diceva che non si poteva fare questo accordo», aggiunge ancora. «Oggi non è una sconfitta del calcio, ma della sua classe dirigente. Il calcio ha bisogno di un elettroshock, ma adesso è giusto che dobbiamo subire il commissario». Queste le parole di Gabriele Gravina al termine dell'assemblea elettiva. «L'accordo che mi ha proposto Sibilia? Pensare di rinnegare dei punti fondamentali del mio programma per fare il presidente non fa parte della mia persona - ha aggiunto il numero uno della Lega Pro - Questa era una partita che bisognava essere giocata sino in fondo, per questo chiedo scusa a tutti gli italiani». «Purtroppo questa è una sconfitta per il nostro sistema: ora sicuramente ci sarà il commissario, è giusto che qualcuno dall'esterno ci metta mano. Quanto durerà il commissariamento? Non lo so». Con queste parole Damiano Tommasi commenta l'ormai certo nulla di fatto. «Avremmo voluto un cambiamento, ma nessuno dei due candidati al ballottaggio rispecchia i nostri pensieri e quindi abbiamo deciso di non esprimere il nostro voto», ha aggiunto il presidente dell'Aic. Al terzo scrutinio Cosimo Sibilia ha ottenuto 202 voti (39,42%), Gabriele Gravina 197 (38,36) e Damiano Tommasi 106 (20,79%). Al secondo scrutinio (quorum richiesto 66%) Cosimo Sibilia ha ottenuto 206,80 voti (40,41%), Gabriele Gravina 185.74 (36,29%), Damiamo Tommasi 113.79 (22,23%). Alla prima votazione  il più votato è stato Cosimo Sibilia (Lega Dilettanti) con il 39.37% dei voti (200.59), alle sue spalle Gabriele Gravina (Lega Pro) 37.06% (188.84), terzo Damiano Tommasi (Assocalciatori) 22.34% (113.84). Le schede bianche sono state invece l'1.22% del totale (6.24).  All'Hilton di Fiumicino, quindi, la fumata è nerissima dopo una giornata di riunioni (persino dentro i bagni), tentativi di accordo saltati e liti. Siparietto alla toilette fra il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ed il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi. Argomento della discussione il gol, irregolare, siglato da Cutrone in Milan-Lazio. «Non è possibile», dice Lotito a Nicchi non capacitandosi di come il Var non abbia potuto vedere le immagini del tocco con il braccio. «Te lo posso spiegare», risponde il capo degli arbitri. Lotito ha ribattuto spiegando come, a suo dire, senza episodi sfavorevoli la Lazio sarebbe ora «prima in classifica». In mattinata il presidente degli arbitri aveva difeso la tecnologia in campo spiegando che: «gli errori ci sono e ci saranno sempre ma il Var funziona»

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