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Virginia Raggi e le intercettazioni di Marra su Grillo

Raffaele Marra

Valeria Di Corrado
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«Dicevano: "Non fate avvicinare Marra a Grillo". Eh, eh, quindi capisci bene che... il loro problema adesso è che io possa in qualche modo essere legittimato da Grillo». Le parole di Raffaele Marra, intercettate dai carabinieri del Nucleo investigativo su ordine della Procura di Roma, descrivono una sorta di guerra fra bande all'interno del Movimento 5 Stelle, fatta di complotti, tranelli, invidie, spiate e colpi bassi. Tutto inizia con l'articolo pubblicato il 2 novembre scorso da «L'Espresso» sugli affari immobiliari dell'ex capo del Personale in Campidoglio, realizzati - come poi hanno accertato gli inquirenti- grazie ai soldi del costruttore Sergio Scarpellini. Il 5 novembre, il dirigente comunale rilascia un'intervista a «Il Fatto Quotidiano». È Virginia Raggi a chiederglielo, l'ordine viene dall'alto. «La dobbiamo fare. Pure da Milano, da Genova vogliono che tu la faccia. Devi chiarire questa cosa 'na volta e per tutte», avrebbe spiegato a Marra il portavoce del sindaco, Teo Fulgione.  SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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