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Giorgia Meloni: "Dopo il referendum Renzi a casa e primarie del centrodestra"

Giorgia Meloni Foto: Giorgia Meloni
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L'operazione avviata da Il Tempo sul centrodestra è una grande occasione per fare, davvero, il punto della situazione. La campagna referendaria rappresenta il primo passo per costruire una proposta politica nuova, che vada oltre gli schemi già visti e che sia fondata sulla sovranità, sui diritti degli italiani e sulla difesa dell'interesse nazionale. Mancano 19 giorni al 4 dicembre, nel corso dei quali gireremo da Nord a Sud l'Italia per dare vita a quello che potremmo definire il «tour della sovranità». Saranno tre le tappe più importanti di questa mobilitazione che ci vedrà impegnati insieme ad oltre 200 amministratori locali tra sindaci, consiglieri e governatori: 18 novembre Genova, 27 novembre Roma e 1 dicembre Napoli. Tre momenti distinti, che arrivano all'indomani della manifestazione di Firenze e nel corso dei quali racconteremo agli italiani i veri obiettivi che nasconde questa riforma renziana, primo su tutti la volontà di espropriare il popolo della propria sovranità e consegnare tutto il potere alle segreterie di partito. Perché il 4 dicembre non si decide solo sul merito della riforma Boschi, ma sul futuro stesso della democrazia italiana. Non solo: al termine di questa campagna referendaria anche la politica italiana cambierà inevitabilmente il suo corso, perché nel momento in cui vincerà il no e Renzi dovrà andare a casa sapremo finalmente chi sono coloro che vogliono difendere i diritti dei molti e chi vuole invece tutelare gli interessi dei pochi. Sarà finalmente chiaro agli italiani chi è disposto a scendere a patti con la sinistra e a sostenere il quarto governo di fila non eletto e chi invece pretende che sia il popolo a decidere da chi farsi governare. Su questo siamo sempre stati chiari: se vince il no si torna a votare e come ho già detto e ribadito chiameremo gli italiani alla mobilitazione se Mattarella dovesse rivelarsi un Napolitano qualunque e impedirci di tornare alle urne. In questa nuova proposta che vogliamo costruire e che abbiamo in mente non c'è spazio per l'ambiguità e per gente che ha tradito il voto degli elettori per una poltrona o che pensa di farlo senza nemmeno essere stata eletta. Abbiamo tutte le carte in regola, la forza e l'entusiasmo per offrire all'Italia una proposta di governo alternativa sia al servilismo di Renzi che all'inconcludenza del M5S. Ma per essere credibile questa proposta dovrà essere legittimata dal basso dagli elettori. L'unico modo per mandare a casa un governo nemico del popolo è essere uniti: bisogna semplicemente stabilire insieme il metodo di selezione della leadership e un momento nel quale chiedere ai cittadini quale sia, tra i modelli proposti, il più efficace. Per questo sia io che Salvini che Toti, ma immagino ci saranno anche altri, abbiamo dato la disponibilità a correre per le primarie di questa nuova proposta politica, che deve andare oltre la destra e la sinistra per sposare la sfida sovranista. Noi siamo pronti: abbiamo le idee, i programmi e le persone giuste per ridare orgoglio, dignità e sovranità all'Italia e possiamo farlo solo rimettendo ogni decisione nelle mani dei cittadini.

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