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Corruzione, appalti e grandi opere: 35 arresti

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Due distinte operazioni, 35 arresti. Lo spettro della corruzione torna a d aggirarsi per l'Italia. E, ancora una volta, ad essere colpito è il settore delle grandi opere. Stamattina i carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Secondo gli investigatori le persone coinvolte sarebbero ricorse alla corruzione per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova; 6 Macrolotto dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa. L'indagine, denominata "Amalgama", è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma. Gli arresti sono stati effettuati nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. Secondo l'accusa il gruppo, costituito fino al 2015 dal direttore dei lavori delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali, si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra le quali anche alcuni funzionari del consorzio COCIV.  L'inchiesta di Genova Gli arresti effettuati dai carabinieri di Roma portano dritti dritti ad un'altra inchiesta coordinata a Genova dalla Guardia di Finanza. Sempre stamattina, infatti, le Fiamme Gialle hanno eseguito gli arresti di 14 persone tra imprenditori e dirigenti di un consorzio-general contractor, impegnato nella realizzazione del cosiddetto Terzo Valico. Quattro di loro sarebbero legate all'operazione "Amalgama".  Anche le indagini svolte dalla Guardia di finanza di Genova, coordinata dalla procura del capoluogo ligure, hanno consentito di accertare episodi di corruzione, concussione e di turbativa d'asta che avrebbero visto protagonisti gli indagati (in tutto 24) nei vari ruoli ricoperti negli anni, in relazione all'aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. In particolare, spiegano gli investigatori, è emerso che "in occasione dello svolgimento delle gare indette dal general contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l'assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte anomale divenissero regolari in violazione ai principi della 'par condicio' e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all'aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l'assegnazione all'unico concorrente interessato". In una circostanza la turbativa sarebbe stata accompagnata dal pagamento di una somma di denaro. Quarantacinque le perquisizioni e i sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania. 

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