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Mafia Capitale, Zingaretti si avvale della facoltà di non rispondere

zingaretti

Il presidente della Regione Lazio chiamato a testimoniare: "Avrei dovuto giustificarmi delle false accuse di Buzzi quando dovrebbe essere lui a spiegare perché me le ha rivolte"

Valeria Di Corrado
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Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, chiamato a testimoniare nel processo Mafia Capitale, si è avvalso della facoltà di non rispondere, in quanto indagato per corruzione e turbativa d'asta in un procedimento connesso. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione della sua posizione, ma in attesa della decisione del giudice delle indagini preliminari, ha avuto la possibilità di scegliere di non rispondere alle domande dei difensori degli imputati del maxi processo. "Si è determinata una situazione paradossale in cui sarei stato chiamato a giustificarmi delle false accuse mosse da Buzzi quando dovrebbe essere lui a spiegare perché me le ha rivolte - ha scritto in una nota Zingaretti - ovviamente non mi sottrarrò al dovere della trasparenza e dal rendere pubblici tutti i fatti di mia conoscenza. Chiederò io stesso di essere sentito come testimone nel processo per calunnia conseguente alla mia denuncia nei confronti di Buzzi".

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