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La prefetta della mazzetta dava lezioni di legalità a scuola

Paola Galeone, ai domiciliari per avere intascato 700 euro da un'imprenditrice, aveva una doppia faccia. Non solo quella che appare nella foto ufficiale del ministero degli Interni, con uno scatto che risale a parecchi anni fa. Ma la prefetta di Cosenza spesso dava lezioni ai ragazzi delle scuole sul senso della legalità, come testimoniano questi spezzoni di una intervista dello scorso 24 maggio alla tv locale calabrese Telediamante. Certo fa impressione un così alto funzionario dello Stato che per poche centinaia di euro si mette in un guaio di questo tipo. Ma fanno ancora più impressione le giustificazioni che la Galeone ha dato di quella richiesta sia durante l'incontro con l'imprenditrice in un bar di Cosenza (era filmata, e lì ha pure restituito 100 euro alla signora, che si chiama Cinzia Falcone), che subito dopo quando l'hanno fermata le forze dell'ordine. Alla Falcone infatti la prefetta aveva chiesto una falsa fattura da 1.200 euro sostenendo che le serviva perché la prefettura non le aveva rimborsato i costi di una parabola tv che si era fatta installare a spese del fidanzato. Agli agenti altra versione: quei soldi erano fondi per le spese di rappresentanza che avanzavano e bisognava restituirli al ministero, lei aveva inventato con la cortesia della imprenditrice un sistema per tenerli lì: una falsa fattura con soldi che la Galeone sosteneva che avrebbe successivamente versato nelle casse della prefettura. Ma i magistrati non hanno creduto nè all'una nè all'altra ipotesi. Resta certo lo sconcerto per una mini tangente con cui un prefetto si è rovinata ovviamente la carriera...

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