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La sinistra è tornata al potere e la manovra è piena di tasse

Negli ultimi dieci anni solo una manovra economica è stata diversa dalle altre e ha cercato di evitare la consueta pioggia di piccole e grandi tasse: quella del governo gialloverde varata per il 2019. Ora è arrivata la manovra 2020, ed è una delusione enorme e un ritorno all'antico. Che è cambiato? Il premier è lo stesso, Giuseppe Conte. Il partito di maggioranza lo stesso, il M5s. La novità è una sola rispetto all'anno precedente: il ritorno nelle stanze dei bottoni della sinistra, capeggiata del Pd. E la nuova manovra economica è diventata un frullato di piccole e grandi nuove tasse, perché altro non sanno pensare. C'è la nuova tassa sugli affitti, quella sulla vendita della prima casa, e l'incredibile tassa sugli onesti: 2,5 euro a foglio per avere il certificato dei carichi pendenti utile a partecipare a un concorso, ad ambire a una carica pubblica e perfino per certe procedure di assunzione. E' evidente che quel certificato lo chiede solo la gente perbene, non i criminali incalliti che lo vorrebbero nascondere. Quindi giù tasse anche a loro. E non parliamo delle piccole partite Iva, quelle fino a 30 mila euro annui che per la quarta volte in pochi anni si vedono cambiare il loro sistema di tassazione, perdendo la flat tax e andando incontro alle ennesime pastoie burocratiche. Roba da uscirne pazzi. Ci vorrebbe uno psicoanalista per capire come mai quando la sinistra va al governo altre idee non riesce a farsi venire, e così sempre anche facendoi harakiri, riesce a mettere le mani in tasca agli italiani perbene. Poi certo annunciano anche una campagna per combattere l'evasione fiscale. Meno pomposa di quella che avevano detto, perché la Ue non si sarebbe fatta prendere in giro. E probabilmente il solito bluff. Anche perché parliamoci chiaro: i grandi evasori ci sono, e se si conoscessero verrebbero già pizzicati da Finanza e Agenzia delle Entrate. Ma se non li conosci, puoi inventare tutto quello che vuoi e sarà inutile. Poi il grosso della evasione italiana deriva da milioni di italiani con redditi bassi. Ci sono le aree dominate dalla criminalità che offre quel lavoro in nero che lo Stato non è in grado di garantire, e che però consente di vivere anche meglio del reddito di cittadinanza (da cui è stato poco scalfito). E c'è quella evasione che io chiamo il vero welfare italiano, una sorta di arma di sopravvivenza. Esempio banale: i professori italiani sono i meno pagati di tutta Europa. In una città come Roma con quegli stipendi ti paghi l'affitto di casa e poco più, perfino in periferia. Allora si arrotonda con le lezioni private, ovviamente in nero. Vogliamo proprio mettere uno stop? E allora prima si alzino gli stipendi a un livello minimo di dignità...

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