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Ecco Biondo l'hip hop "buono" che viene da Amici

Biondo è carico. Ci parla del nuovo album intitolato «Ego». Simone Baldasseroni (questo il vero nome) vive a Roma con la famiglia ma i suoi orizzonti musicali guardano oltreoceano ed è lì che vuole andare. Inseguendo le sonorità R&B a cui si ispira. Dopo le 11 milioni di visualizzazioni di “Dejavu” e i 735mila follower su Instagram continua il firmacopie che lunedì lo farà sbarcare alla Discoteca Laziale di Roma. Prima del tour che partirà a febbraio. Biondo, perché tiene a precisare di non essere un artista trap ma R&B? «Perché l'hip hop è una cultura con una serie di sottoculture. Almeno da 6 anni in America convivono trap e R&B. Nella trap si parla di armi e droga con approccio da gangster. Nell'R&B, invece, si parla di amore, sesso e ragazze. Senza contare che nella trap si canta mononota mentre l'R&B è un po' più vario». E lei invece l'amore lo canta eccome o sbaglio? «Fin dall'inizio. La mia prima canzone l'ho scritta dopo una delusione. Spesso io racconto la mia vita quasi giorno per giorno e certamente non mi atteggio da gangster». «Ego» è il titolo del nuovo album. Nelle canzoni si parla solo di lei? «Le mie canzoni sono come un film. Ognuna di loro rappresenta una tappa del mio viaggio dentro e fuori di me. “Personal”, ad esempio, l'ho scritta dopo la morte di XXX Tentacion e l'ho composta in 20 minuti. La canzone in cui racconto me stesso è “Quattro mura”. Per me la musica e le immagini sono strettamente collegate e voglio ricreare tutto questo in chi mi ascolta». Lei ha raggiunto il grande pubblico anche grazie ad “Amici”. Cosa le ha dato e cosa le ha tolto la trasmissione della De Filippi? «Non mi ha tolto nulla. Sono entrato lì con tutta la genuinità del mondo. E pensare che al primo provino sono andato anche male. Ma io mi sentivo già a mio agio davanti alle telecamere. Artisticamente mi ha fatto migliorare tanto. Mi ha insegnato a gestire e superare l'ansia. Ora non ho più paura di cantare davanti a tante persone. Il successo mi deve servire per crescere e adesso me lo sto vivendo bene». Ma ad «Amici» erano solo rose e fiori? «Altro che. Il talent è un mondo chiuso e il caso della festa mi ha insegnato tanto. Soprattutto a relazionarmi meglio con le persone. Senza contare che le cover non mi sono piaciute sempre e per scrivere, a volte, mi davano solo una notte di tempo. Insomma è davvero faticoso». Durante la trasmissione della De Filippi ha vissuto anche la storia con Emma. È stato difficile? «Grazie alla relazione con Emma ho capito tante cose. Soprattutto che la storia d'amore che avevo prima era fittizia. Da una parte c'era lei e dall'altra il mio amico Irama». Com'è iniziata la sua carriera? «La mia prima canzone l'ho scritta a 15 anni. Mi ricordo ancora quando ho girato il video di “Quattro mura” e ho deciso di postarlo il 17 settembre, a una settimana esatta dall'inizio della scuola. Volevo essere il cantante del nuovo anno e ho sempre risposto a tutti i messaggi delle fan». Lei vive a Roma. Secondo lei esiste una scena hip hop romana? «Sì, esiste un'identità romana alla quale, per esempio, partecipa la Dark Polo Gang. A Milano, però, la scena hip hop è più ricca. La cosa interessante è che finalmente è finito il tutti contro tutti e iniziano le collaborazioni. Si gioca di sponda come accade in America». Lei è giovanissimo. Alla sua età come considera i mostri sacri? «Con grandissimo rispetto. Personaggi come Eminem o Justin Bieber vivono con tante difficoltà dovute anche alla fama. Insomma non se la godono a pieno. Io nel mio piccolo già me ne rendo conto». La sua ispirazione nasce oltreoceano. Non ha mai pensato di trasferirsi lì? «A gennaio andrò in America. Quei luoghi mi sembra di conoscerli anche se non ci sono mai stato. Voglio andare a New York, Los Angeles e Toronto che è una delle patrie dell'R&B. È lì infatti che vive Drake».

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