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Un week-end alla corte del re dei tartufi

Tartufo bianco

La sagra ad Acqualagna. Da lì arrivano i due terzi della produzione nazionale

Nicola Imberti
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Fino al 31 dicembre acquistare 50 grammi di Tartufo bianco vi costerà circa 110 euro. In realtà, per essere precisi, dovremmo dire che questo è il prezzo del Tartufo bianco di Alba e Acqualagna, o meglio ancora del Tuber magnatum pico. Il re dei tartufi. Conoscerne il prezzo è tutt'altro che complicato. Basta visitare il sito del comune di Acqualagna per trovare la Borsa del tartufo delle Marche. Un servizio offerto dal comune che mostra in maniera evidente lo stretto legame che esiste tra questa cittadina marchigiana e il pregiato fungo (sì, avete letto bene, il tartufo non è un tubero anche se appartiene alla famiglia delle Tuberacae). La storia ci porta indietro al 1890 quando in un bando comunale si legge che la giunta deliberava l'acquisto di una bilancia per la pesa pubblica dei tartufi. Lo sviluppo della tecnologia ha portato alla Borsa online, ma nulla è cambiato in quel legame strettissimo tra il prodotto e il suo territorio. Non a caso da Acqualagna arrivano sul mercato circa 2/3 della produzione nazionale (600-700 quintali di cui il 70% destinsto all'export). E non appare sbagliato definire questo paese di circa 5.000 abitanti come la Capitale del tartufo bianco. Lo sanno bene quanti hanno partecipato all'apertura della 51^ Fiera Nazionale del tartufo bianco di Acqualagna (si replica il 12-13 novembre). Una fiera che ha come obiettivo di mostrare tutte le facce di questo straordinario prodotto. Da quella culinaria fino a quella di occasione unica di lavoro in tempi di crisi. Non a caso in città sono circa 2200 le persone che hanno un tesserino per la raccolta. Mentre sempre più giovani disoccupati tra i 18 e i 35 anni si stanno avvicinando a questo settore grazie a percorsi di tirocinio che mirano a valorizzare l'intera filiera che ruota intornomal tartufo (dal turismo all'industria della valorizzazione). Non solo, per sensibilizzare ancora di più l'opinione pubblica sul valore di questa produzione c'è anche chi ha pensato di trasformare la raccolta del tartufo in un gioco da tavola. Si tratta di Stefano Olivi, artigiano di 41 anni con la passione per i giochi di società, che, grazie alla collaborazione con due giovani acqualagnesi, Lucia Radici (29 anni) e Mattia Tontini (28), ha ideato «Dig it out!» che letteralmente vuol dire «scavalo». Si gioca in due o in quattro persone, lo scenario è quello della colline di Acqualagna dove i tartufai, accompagnati dai loro cani, vanno alla ricerca con l'obiettivo di diventare «Tartufaio dell'anno». Per riuscirci dovranno trovare, scavare e correre prima possibile a vendere il loro tartufo. Meglio, ovviamente, trovare tartufi bianchi. Attenzione, pero, che il tutto è sottoposto alla vigilanza della Guardia Forestale prontana multare qualsiasi comportamento scorretto. Il gioco, ancora in fase di prototipo, ha gia ottenuto diversi premi e ora è pronto per il lancio sul mercato. Nel frattempo verrà presentato alla Fiera Nazionale di Acqualagna. E chissà che qualcuno, vedendolo, non decida di passare dal gioco alla realtà. Prendendo in mano una ruscella (il vanghino che si usa per estrarre il tartufo e che quest'anno, nella sus versione «d'oro» verrà consegnata allo chef Alessandro Borghese) e cominciando a scavare.

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