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Arrestato Tulliani ma spunta Giletti

Il cognato di Fini in cella a Dubai. Manda in galera la troupe di La7 e poi dentro ci finisce lui

Gian Marco Chiocci
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Nell'ormai lontano 27 luglio 2010, al termine di lunghe ricerche sulla casa di Montecarlo, bussai al 14 di Rue Princesse Charlotte. Avevo bisogno di un ultimo riscontro. Sbirciando dallo spioncino rispose un baldanzoso giovanotto. Chiesi di Giancarlo Tulliani, mi qualificai, spiegai che avevo bisogno di parlare con l'inquilino della casa della contessa Colleoni donata ad An. Anziché aprire la porta e rispondere alle domande (allora ero inviato de Il Giornale) il cognato di Fini pensò bene di chiamare la polizia. Che dopo una decina di minuti si materializzò nella hall dell'albergo dov'ero in attesa di sapere dalla redazione quanto avrei dovuto scrivere della prima puntata di una inchiesta che nessuno immaginava fosse destinata a inguaiare per sempre la terza carica dello Stato. Il ragazzo, spocchioso, dava indicazioni agli otto agenti incaricati di trovare il cronista ficcanaso. Così mi avvicinai al giovine. Era di spalle, lo chiamai per nome, si girò di scatto e quando comprese che ero quello di prima al campanello comicamente iniziò a parlare in francese negando di essere se stesso. Contestualmente allertò il capo della gendarmeria e con l'indice indicò chi vi scrive. Venni trascinato via, a forza, in una stanza d'albergo e interrogato a lungo. «Come si permette di molestare un inquilino del Principato?», «Non si disturbano così le persone», «Chi la manda?», «Ma lo sa chi è il signor Tullianì?». Idem il pomeriggio. Convocato in commissariato, sottoposto al medesimo trattamento, domande su domande eppoi invitato a lasciare Montecarlo perché «persona indesiderata». In albergo, finito il faccia a faccia con gli investigatori, incrociai lo sguardo tronfio del cognato di Fini. «Così ti impari» mi disse. Risposi senza pensarci: «Ridi ridi, nemmeno te lo immagini in che cazzo di casino ti sei andato a ficcare». Sette anni dopo Giancarlo Tulliani, latitante a Dubai, ha concesso il bis. Gongolante per aver fatto arrestare dalla polizia un giornalista di Giletti ha capito troppo tardi che scarcerando il cronista dentro ci finiva lui.

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