Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Nel Borgo di Rende si inaugura "Il Museo delle Ceramiche di Calabria"

Il taglio del nastro è previsto sabato 17 maggio alle ore 18,30. Donati circa mille reperti dal magnate Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona

Redazione
  • a
  • a
  • a

“Borgo dei Musei” è un programma di rigenerazione urbana, di rilancio turistico, economico e sociale diretto a invertire il processo di declino, di  spopolamento e il rischio di abbandono a Rende. La Calabria, infatti, ha subito per anni fenomeni che hanno portato all'abbandono e ridotto drammaticamente in ruderi interi paesi come Cerenzia, Africo, Amendolea, Avena, Brancaleone, Campana, Carello, Casalinuovo, Cavallerizzo di Cerzeto, Cirella, Fantino, Ferruzzano, Gumeno, Laino, Nicastrello, Papaglionti, Pentadattilo, Perlupo, Roghudi, Saguccio, solo per citarne alcuni. Nocera Terinese (Cz), invece, è stata salvata da un'amministrazione attenta che ha creato le condizioni per introdurre il "Conservatorio di Musica Tchaikovsky”. Una sola operazione è riuscita a divenire volano per lo sviluppo locale attraendo studenti rivitalizzando il centro storico, favorendo la nascita di nuove attività commerciali e creando un clima di fermento e vivacità coesa e dinamica. Anche gli stranieri si stanno interessando al paese in alternativa al ritmo frenetico della vita cittadina.

Rende è stata lasciata dai suoi  cittadini che si sono trasferiti nella nuova zona valliva, di 3.000 ne sono rimasti ca. 400. Anche il Comune è stato trasferito nel 2011, ne seguiva la chiusura dell'ultimo bar, della farmacia e degli esercizi essenziali. Il borgo di Rende potrebbe essere rilanciato con rinnovata identità di polo culturale, con la sua straordinaria rete di musei, modello etico di virtuoso e di decentramento. La valorizzazione del patrimonio culturale e artistico, può rivelarsi una strategia vincente per rivitalizzare il borgo, renderlo attrattivo. È necessario un intervento sistemico e concertato che coinvolga tutti gli attori in gioco: istituzioni, cittadini ancora inconsapevoli di ciò che hanno, investimenti di risorse, infrastrutture e servizi. E' necessario un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni per invertire questa rotta, i 4 musei di Rende antica, che hanno consentito il restauro e fruizione degli edifici storici che li ospitano, con le chiese, le piazze e gli scorci panoramici, possono creare un itinerario ricco degli elementi fondanti dell’identità collettiva. Mostre e eventi vengono realizzati solo nella parte nuova, nel "Museo del Presente", mentre i musei nella parte antica restano fantasmi sconosciuti, totalmente ignorati, senza la minima comunicazione, senza un sito che li presenti, senza la segnaletica essenziale. Il castello che detiene 400 opere dei massimi artisti del XXI sec. è aperto solo per tre ore a settimane, solo la domenica dalle 10 alle 13. 

Un'adeguata comunicazione e il coinvolgimento di operatori turistici, potrebbe portare e trattenere nel "Borgo dei Musei" turisti inducendo, quindi, la riattivazione degli esercizi commerciali in un sistema integrato di valorizzazione e di promozione, attraverso una rete di collegamento delle diverse risorse culturali. Residenze d’artista legate al Museo di Arte Contemporanea nel Castello, su modello dei BOCS ART di Cosenza gestiti da Alberto Dambruoso hanno reso la città nota a livello nazionale. L’Università della Calabria è poco distante, Rende potrebbe ospitare convegni, mostre, eventi accademici e culturali, divenire estensione del campus, offrire soluzioni di residenzialità per gli studenti. Nel convento delle clarisse era stato fatto un tentativo di residenze universitatarie, i palazzi Basile e Martino alla Giudecca, entrambi ristrutturati, poi vandalizzati, di nuovo recuperati restano vuoti senza destinazione, potrebbero ospitare facoltà, dipartimenti, corsi universitari e residenze d'artista. Luoghi che potrebbero divenire strumento di coesione e di sviluppo, di aggregazione, socializzazione e partecipazione. Esposizioni, performance, seminari, stage, laboratori, concerti, proiezioni, installazioni, cibo, laboratori didattici, start up  fino alle Kunsthalle. Borgo e Università ancora non interagiscono, la costruzione universitaria caratterizzata da blocchi formano un lungo monolite, la sua perentorietà funzionale potrebbe essere integrata da dimensioni d'intimità e atmosfera da ritrovare nelle antiche costruzioni con offerta diversificata di corsi e lezioni, conferenze, incontri con artisti, giornate dedicate alla scoperta del patrimonio. Per stimolare l’insediamento di attività economiche nel borgo è necessario prevedere un sistema di agevolazioni fiscali che favorisca commercianti, artigiani e artisti la mobilità e l’accessibilità piccole e medie imprese. 

Rende Cittadella dell’arte con il "Museo Civico" a palazzo Zagarese, con preziosi dipinti di Mattia e Gregorio Preti, Francesco Cozza, Giuseppe Pascaletti e Cristofaro Santanna, realizzato in passato con lungimiranza dal sindaco Sandro Principe così come il "Maon Museo Arte Ottocento e Novecento" in palazzo Vitari, che ha dato avvio al sistema "Rende, Borgo dei Musei". Integrato poi dal "Museo Arte Contemporanea" nel castello, uno dei pochi nella Regione con una sezione di eccezionali abiti d'artista e una presentazione dei grandi calabresi che hanno avuto un ruolo nella promozione dell'arte del proprio tempo: Palma Bucarelli (Locri) direttrice Galleria Nazionale d'Arte Moderna Roma, promotrice dell'astrattismo e dell'informale; Giusepppe Sprovieri (Montalto Uffugo) gallerista dei futuristi; Anna Paparatti (Rosarno) tra le prime performer d'Europa promotrice delle neoavanguardie; Nicola M. de' Angelis, la cui collezione è stata donata a Rende, attesta l'interazione con gli artisti; Carlo Bilotti uno dei primi a coniugare arte e imprenditoria, dalla committenza a Andy Warhol sono nate diverse note serie specifiche. 

Al Borgo museale si aggiunge oggi il “Museo della Ceramica di Calabria” nel palazzo Magdalone che il commissario Valiante aveva estrapolato dagli edifici in vendita e destinato a museo contestualmente all'acquisizione delle raccolte, restaurato con Agenda Urbana. Il "Museo delle Ceramiche di Calabria", che si inaugura sabato 17 maggio alle ore 18, offre una panoramica cronologica e geografica regionale, con reperti dall’epoca classica magno greca e romana al medioevo, testimone delle componenti delle diverse culture avvicendate sul territorio, normanna, sveva, angioina, aragonese e vicereale. Bocce, versatoi, albarelli da farmacia in maiolica di Gerace d'ispirazione veneziana e di Squillace a monocromi paesini commissionati dalle spezierie conventuali dei certosini di Serra San Bruno e dei domenicani di Soriano, fino alle produzioni popolari Bisignano, Altomonte, Cariati, Belvedere, San Marco Argentano, Rende e Roseto, Seminara, Gerace, Squillace, Nicastro, Soriano. Il progetto prevede la riattivazione del vicino laboratorio di ceramica che si configura come scuola-officina finalizzata a sviluppare la cultura delle arti decorative e la conoscenza delle tecniche di formazione che potrebbe creare nuova opportunità di occupazione giovanile. Un museo concepito non solo come raccoglitore ma come luogo di confronto pratico e studio dal vero dei modelli, dove la fase teorica s'incontra con quella sperimentale. Le caratteristiche morfologiche, funzionali, decorative e di nomenclatura dei manufatti potrebbero ispirare l'artigiano di matrice tradizionale da offrire ai potenziali turisti. 

Il nuovo Museo nasce con la donazione al Comune di circa mille reperti da parte di Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona che, nella sua vocazione di mecenatismo, aveva già donato a Rende 60 opere dei futuristi calabresi, una raccolta di opere di Rotella e l'intera dotazione d'arte contemporanea nel castello, con la curatela di Monica de Marco. Riconosciuta come una delle più importanti studiose di ceramica meridionale che, con straordinaria visione e altrettanta determinazione, si è dedicata allo studio, alla ricerca, all’interpretazione del patrimonio materiale e immateriale facendosi, nelle sue numerose pubblicazioni, narratrice e testimone di tante storie e vicende che compongono questo prezioso mosaico messo a disposizione della comunità interpretando la cultura come valore pubblico.

Un progetto reso possibile dalla sinergia pubblico-privato che restituisce a Rende, protagonista nel passato della produzione ceramico-vascolare, un patrimonio di storia, cultura, identità e coscienza civica che, con questo progetto lascia al futuro la tessitura di un significativo passato preservato e valorizzato, saldando quello che è stato e ciò che sarà, ripristinando la memoria sociale dei luoghi, valorizzando le caratteristiche locali e il sentimento a esse associate, custodendo e difendendo il patrimonio acquisito.

Dai blog