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L'Asi chiede più tutele per gli impianti sportivi: "Ora investimenti"

Pietro De Leo
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Appena qualche giorno fa il Senato ha dato il primo via libera all’inserimento dello sport tra i valori tutelati dalla Costituzione, si va verso un superamento della fase emergenziale legata al Covid e si continua a parlare dell’importanza dell’attività fisica. Eppure, il dibattito sulla reale tutela delle discipline da parte delle istituzioni, e degli impianti che li ospitano, è vivo.

A questo proposito, il Senatore di Fratelli d’Italia e Presidente di ASI Claudio Barbaro sottolinea: “Gli impianti sportivi come presidi della salute sul territorio. Serve un investimento da parte del Governo e delle amministrazioni cittadine. È ben noto come l’attività fisica svolta regolarmente – prosegue Barbaro – sia strumento di prevenzione.  I centri sportivi devono essere considerati e come tale trattati dalle Istituzioni, presidi di benessere. Non basta annunciare l’uscita dall’emergenza. Bisogna investire sullo sport e sulla salute”.  

Alessandro Cochi, già Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale e oggi dirigente nazionale ASI con delega ai rapporti con gli Enti Locali, nonché delegato allo Sport della Federazione romana di Fdi porta l’esempio capitolino: “A Roma occorre sbloccare le procedure per la proroga di tre anni delle concessioni comunali prevista dalla normativa nazionale quale sostegno alle difficoltà Covid. Inoltre, è di fondamentale importanza, introdurre un’urgente semplificazione delle procedure per i lavori di miglioria negli impianti e quindi investimenti privati per l’arricchimento del patrimonio sportivo pubblico. Soprattutto per consentire immediati interventi al fine di allineare l’offerta sportiva alle mutate esigenze dell’utenza e consentire allo stesso tempo una diversificazione dei ricavi. 

In ultimo, un’idea per ampliare i servizi degli impianti che, prosegue Cochi, “potrebbero diventare centrali anche a livello amministrativo ampliando l’offerta di servizi che questi ultimi potrebbero offrire alla cittadinanza, come il rilascio documenti. Immaginiamo che potrebbero ospitare, ad esempio, anche punti informativi turistici, Caf o centri di consulenza per l’avviamento alla pratica sportiva. Per quanto riguarda Roma, che portiamo ad esempio, ci sono più impianti sportivi comunali (circa 160 in regime di concessione senza contare i centri sportivi municipali) che uffici postali, appena centotrentacinque”.

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