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Giorlandino (Artemisia Lab): "Auspico sinergia tra pubblico e privato"

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Artemisia Lab è una Rete di 20 Centri clinici e diagnostici ad alta specializzazione, dislocati su tutta Roma. Le procedure poste in essere dai Centri della Rete, sono certificate con standard ISO 9001:2008 da parte del Bureau Veritas, organismo di certificazione indipendente e leader nel mondo. Tale certificazione garantisce l’impegno a fornire uniformi servizi di eccellenza, mantenendo la centralità del paziente. Artemisia Lab ha altresì ottenuto la certificazione ISO 9001:2008 per i propri percorsi diagnostici di eccellenza denominati “1-DAY” per la tiroide, la mammella e la prostata, che consentono di ottenere una diagnosi oncologica esaustiva entro 24 ore dall’esame. Inoltre, in una logica di inclusione sociale, tutte le attività hanno ottenuto le certificazioni “Simply Halal” e “Kosher”, che garantiscono ai pazienti, rispettivamente, di fede islamica ed ebraica, trattamenti conformi ai principi delle proprie religioni. Artemisia Lab dispone inoltre di una associazione non profit, Artemisia Onlus, per interventi e consulenze di protezione sociale. Da qualche anno a questa parte, inoltre, l’associazione si è fortemente impegnata per l’organizzazione e l’erogazione, gratuita, di attività di formazione e informazione scientifica, tra cui Corsi ECM (Educazione Continua in Medicina) tesi a garantire i necessari crediti formativi e, soprattutto, miglior qualificazione, agli specialisti ed ai medici di base, in un periodo che li ha visti sottoposti a particolare pressione.

Occorre prendere contezza che, ancor prima di uscire, auspicabilmente al più presto, dalla pandemia da COVID-19, già si pone al Governo la risoluzione di un’altra emergenza: quella connessa al notevole calo di richieste di screening e controlli di prevenzione registrato dall’inizio della stessa pandemia e quella che riguarda i pazienti afflitti da malattie gravi e croniche che, causa la sospensione delle attività sanitarie programmate e dei ricoveri non urgenti, per far posto a quelle COVID 19, non hanno più ricevuto cure adeguate. Come previsto da Milena Gabanelli nella Rubrica “Dataroom” sul Corriere della Sera del 24 giugno u.s., tale “sospensione” avrebbe fatto “saltare”, alla fine del 2020, 51 milioni di prestazioni sanitarie, allungando a dismisura i tempi di attesa, col rischio di aggravamento e cronicizzazione delle patologie non diagnosticate tempestivamente, ovvero non trattate, determinando costi ulteriori sul sistema e possibilità di registrare ulteriori decessi. La soluzione appare quella di esternalizzare le attività ambulatoriali di 1° e 2° livello ad aziende sanitarie private. Il pagamento delle prestazioni alle strutture private, verrebbe regolato dalla fatturazione dei servizi al committente pubblico, sulla base di prezzi concordati. Per evitare abusi, andrebbe impiegata una piattaforma condivisa tra strutture pubbliche e private appaltatrici dei servizi sanitari, ovvero convenzionate, sulla quale dovrebbero risultare le prenotazioni, le accettazioni, il pagamento dei ticket a favore della struttura pubblica e la comunicazione del referto. Questo, al fine di garantire sempre il preciso riscontro delle prestazioni sanitarie erogate con i pagamenti richiesti. L’oggetto della esternalizzazione, tuttavia, non sarebbero le singole prestazioni (ad es.: visita specialistica, ecografia, ECG), bensì “pacchetti” che prevedano il completo ciclo diagnostico secondo procedure e protocolli chiari ed efficaci, per la “risoluzione e chiusura” del caso. A titolo d’esempio, se da un esame ecografico non emergessero criticità, il caso verrebbe chiuso; ma ove così non fosse, si procederebbe, se del caso, a risonanza, a biopsia con esame istologico, fino a pervenire ad una diagnosi completa, per le finali decisioni del medico curate o della struttura ospedaliera. Pertanto, anche in coerenza ed in allineamento agli obiettivi, ai principi ed all’approccio all’organizzazione sanitaria del nuovo Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, Gen. Francesco Paolo Figliuolo, Artemisia Lab si candida alla forma di esternalizzazione illustrata, che possa garantire l’esecuzione di cicli diagnostici completi in tutti i propri Centri, in tempi brevi e secondo programmi efficaci, evitando che l’attuale caotica e affannata condizione dei pronto soccorso possa estendersi anche negli altri ambiti clinico-assistenziali.

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