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Conclusi i corsi della Scuola di Servizio Civico fondata da Francesco Rutelli

La Scuola di Servizio Civico ha concluso i corsi del suo primo anno. Oltre cento ore di lezioni frontali svolte regolarmente nonostante la difficile situazione generale, in parte in presenza nelle aule della scuola in via Ostiense e della John Cabot University, in parte da remoto, impegnando oltre 100 docenti del mondo accademico, della pubblica amministrazione, dell’impresa, della cultura, che hanno donatole loro conoscenze ai 60 studenti della scuola. I corsi si sono conclusi nell’aula magna della Jonh Cabot University (50% di studenti in presenza e il resto da remoto) con una lezione dell'ex viceministro del lavoro Michel Martone e un saluto del fondatore Francesco Rutelli, che ha detto: "Abbiamo fiducia che questa esperienza sia servita a formare e motivare persone che potranno servire la comunità in modo competente, con un approccio non ristretto, ma multidisciplinare, e con un elemento in più: la passione per il servizio civico. Sarà anche una prova di gratitudine, da parte di voi studenti, che ricambi la gratuità degli oltre cento docenti e responsabili della Scuola che hanno assicurato questa inconsueta formazione per la crescita di una nuova leva di giovani.” "Abbiamo formato 60 studenti in 6 mesi, affrontando tematiche importanti come gestione trasporti, cultura e turismo, digitalizzazione e innovazione, nuovi lavori e modo di lavorare nella PA. Un bilancio positivo che ci ha spinto a proseguire il nostro impegno e a lavorare su un master che avrà inizio in autunno", ha raccontato Antonella Salvatore, coordinatrice didattica della Scuola di Servizio Civico e docente alla John Cabot. Oggetto della lezione di Michel Martone, che ha avuto parole di apprezzamento per gli studenti, "Il lavoro da remoto. Per una riforma dello smart working oltre l’emergenza” che è anche il titolo del suo ultimo libro. Fra ii docenti dell’ultima giornata, Andrea Bellezza, imprenditore e docente ai master John Cabot, che ha parlato di Innovazione, professioni e città del futuro, e ha definito l'innovazione "una scienza sociale, dunque politica”.

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