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di DINA D'ISA Per il suo 74° compleanno «Cinecittà si mostra» e apre per la prima volta i cancelli al grande pubblico che da oggi (tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30 escluso il martedì) potrà visitare gli storici studi cinematografici.

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Conquesto stupore i visitatori (pagando un biglietto di 10 euro e 5 per i bambini) potranno entrare negli storici stabilimenti di via Tuscolana 1055 per vedere cosa c'è dietro la magia di un film. Arredi, scenografie, creazione di costumi, provini per le dive (dalla Loren alla Sandrelli, passando per la Spaak fino alle giovani di oggi), riprese e post produzione. Roberto Benigni ha tagliato ieri sera i nastri di partenza, con tanto di tappeto rosso dietro ai cancelli littori che Mussolini aprì per la prima volta nel 1937. «Un ricordo? Un ministero di ricordi - ha esclamato Benigni con tanto di sciarpa rossa al collo quasi a rendere omaggio a Fellini - Cinecittà è il luogo che ha fatto nascere tutti noi, è un pò la nostra madre. Questo posto per l'Italia è la grandezza, grazie ai film che abbiamo fatto qua siamo indimenticabili e lucenti e lo saremo per sempre. È il caso di dirlo non sono qui soltanto con il cuore, ma con tutto il corpo», ha concluso Benigni. Tanti i vip accorsi per tenere a battesimo l'evento: da Carlo Verdone al sindaco Gianni Alemanno, dalla costumista premio Oscar Milena Canonero al presidente della Regione Renata Polverini e della Provincia Nicola Zingaretti, in tanti si sono affacciati nelle due palazzine tirate a lucido per poi andare verso set storici. Ecco la cosiddetta Broadway dove Martin Scorsese ha ambientato «Gangs of New York» e dove, ancora prima, Ettore Scola girò «Concorrenza sleale». Tra i teatri televisivi delle fiction di punta («Distretto di polizia», «I Cesaroni», «Ris Delitti imperfetti» e «Un medico in famiglia») appare la Firenze del '500 dell'ultimo «Amici miei» e la Capitale del serial «Rome». In tanti hanno creduto nella «fabbrica dei sogni» e continueranno a crederci, come Bernardo Bertolucci che tornerà al cinema (in 3D) con «Io e te», Carlo Verdone per il suo prossimo «Posti in piedi in Paradiso» e Woody Allen che da giugno ambienterà a Roma «The Wrong Picture». È un'emozione ammirare da vicino il mantello oro di Liz Taylor in «Cleopatra», quello beige di Silvana Mangano in «Morte a Venezia», l'altro celestiale della Loren in «Questi fantasmi» fino alla veste papale indossata da Michel Piccoli in «Habemus Papam». La mostra, curata da Elisabetta Bruscolini (direttore del Centro Sperimentale di Cinematografi), nell'ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, è un progetto del vice-direttore degli Studios Ettore Basso che durerà fino al 30 novembre. «Un progetto pilota che ci condurrà verso il museo del cinema permanente - ha detto il presidente Luigi Abete - Vogliamo anche far conoscere la nostra attività, visto che siamo stati tirati in ballo in maniera impropria nei tagli del cinema, che invece riguardano Cinecittà Luce. C'è chi vorrebbe far tornare Cinecittà Studios, privatizzata ormai da 13 anni, un pezzo dello Stato italiano: ma noi allo Stato abbiamo già dato circa 90 milioni di euro pagando anche 200 mila euro al mese di affitto per questi siti».

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