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Guerra in Ucraina, la pace di Trump e la sacca di Pokrovsk: ecco cosa succede davvero al fronte

Foto: Lapresse

Salvatore Martelli
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Si continua a combattere in Ucraina nonostante il piano americano e il rischio per Kiev, sempre più concreto, di essere abbandonata dal maggior alleato, quel Donald Trump che sta implicitamente avvertendo Volodymyr Zelensky di ciò che potrebbe accadere qualora non dovesse accettare la risoluzione proposta. Supporto statunitense che, se dovesse venire a mancare, produrrebbe effetti e reazioni a catena nel campo ucraino. Innanzitutto, lo stop della fornitura di sistemi d’arma come missili tattici Atacms e Himars, e i fondamentali sistemi di difesa aerea Patriot. In più, secondo quanto ricostruito da Davide Bartoccini su Il Giornale, l’accesso a informazioni e strumenti d’intelligence che tornano giornalmente utili alle forze di Kiev lungo gli oltre 1200 chilometri di fronte.

 

 

C’è poi la questione russa: ufficialmente Putin all’interno dei propri confini continua a respingere il piano dei 28 punti – quello americano – perché ritenuto da tutti “insufficiente”. Se ascoltiamo la propaganda e leggiamo l’ultimo report pubblicato dagli analisti dell’Institute for the Study of War, Mosca internamente dice di volere condizioni ancora più dure come il mantenimento dei territori finora occupati e già annessi, il riconoscimento della Crimea e il divieto per Kiev di entrare nella NATO. Ma mentre i negoziati sembrano essersi momentaneamente fermati, i russi avanzano. Dopo aver perso territori fondamentali a Pokrovsk, le forze di terra ucraine, nonostante l’intervento dell’intelligence e dei commando del Gur, sono chiuse in una sacca a Myrnohrad.

 

 

Secondo Kiev, i suoi soldati stanno “respingendo i tentativi russi di conquistare Kupyansk”, mentre fonti militari russe dichiarano che anche la città è già caduta nelle loro mani. Condizioni di Kiev che, nonostante le rassicurazioni degli alti comandi ucraini, appaiono sempre più disperate. In caso di respingimento del piano di pace elaborato da Washington, Zelensky potrebbe dover contare sull’appoggio militare delle potenze europee e sulle sole capacità dell’intelligence del Regno Unito. Molto poco per poter resistere alla macchina bellica di Mosca.

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