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Usa, blitz a tappeto nelle università: sgomberi e arresti tra i pro-Gaza

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Le forze dell’ordine hanno proseguito gli sgomberi e gli arresti di studenti coinvolti nelle proteste contro la guerra a Gaza che stanno travolgendo da settimane circa trenta università americane. La polizia Usa ha smantellato accampamenti allestiti dai dimostranti presso l’Università del Texas e la Fordham University di New York, arrestando decine di persone, mentre rimane tesa la situazione alla Columbia University, altro ateneo della Grande Mela interessato da veementi manifestazioni studentesche. Mercoledì pomeriggio al Massachusetts Institute of Technology alcuni studenti hanno bloccato un viale vicino al centro del campus di Cambridge. Decine di auto della polizia hanno poi pattugliato l’Università della California, a Los Angeles, dove si sono verificati scontri notturni, dopo un assalto di contro-manifestanti a una tendopoli di studenti filopalestinesi nel quale gli aggressori avrebbero utilizzato spray urticanti. Arresti si sono verificati anche all’Università del Wisconsin, a Madison, laddove all’Università dell’Arizona la polizia ha comunicato di aver posto fine a un «assembramento illegale» con «munizioni chimiche irritanti».

 

 

Alla Columbia e alla City University di New York, dove la polizia ha sgomberato i dimostranti durante la notte e sono stati effettuati circa 300 arresti, alcuni studenti hanno criticato il comportamento della polizia. «Siamo stati aggrediti, arrestati brutalmente. E sono stato trattenuto fino a sei ore prima di essere rilasciato», ha dichiarato all’AFP un iscritto alla Columbia, identificatosi solo come José, il quale sostiene di essere stato «picchiato e calpestato» dagli agenti. Isabel, una studentessa di medicina che ha prestato cure ai fermati dopo il rilascio, ha affermato di aver soccorso colleghi con «gravi traumi cranici e commozioni cerebrali». «Qualcuno ha perso i sensi nella postazione della polizia, qualcuno è stato gettato giù dalle scale», ha riferito. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha accusato «agitatori esterni» di aver fomentato le tensioni. Gli studenti della Columbia hanno negato il coinvolgimento di estranei. 

 

 

La presidentessa dell’università, Minouche Shafik, criticata per la sua decisione di rivolgersi alle forze dell’ordine, ha espresso «profonda tristezza». «Mi dispiace che siamo arrivati a questo punto», la posizione di Shafik in una nota. Le proteste hanno messo in difficoltà il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il quale, pur non avendo risparmiato critiche a Israele per l’eccesso di vittime civili causato dall’offensiva nella Striscia, è finito nel mirino dei dimostranti per il sostegno a Israele. 

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