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Ucraina, droni e missili russi sulle centrali: allarme per Zaporizhzhia

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Nuovo attentato delle forze russe contro alcune delle più importanti infrastrutture elettriche dell’Ucraina. Raid condotti con droni e missili hanno preso di mira «centrali elettriche e linee di approvvigionamento energetico, una diga idroelettrica, normali edifici residenziali, persino un filobus», ha riferito il presidente Volodymyr Zelensky, accusando la Russia di essere «in guerra contro la vita della gente comune». La popolazione ora rischia di trascorrere ore, se non giorni, senza i servizi essenziali. Oltre un milione di ucraini sono rimasti senza elettricità, ha fatto sapere il vicecapo dell’ufficio di presidenza ucraina, Oleksii Kuleba. Tra gli impianti finiti nel mirino di Mosca anche la centrale idroelettrica di Dnipro, che fornisce elettricità all’hub nucleare di Zaporizhzhia.

L’infrastruttura, secondo l’autorità nazionale, ha riportato gravi danni, ma è scongiurato il rischio di un cedimento della diga. Il bombardamento ha messo anche in pericolo il regolare funzionamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia. L’impianto «è ancora una volta sull’orlo del blackout», ha avvertito Energoatom, azienda statale per l’energia nucleare. Il successivo intervento degli ingegneri elettrici ucraini ha consentito di ripristinare il funzionamento della linea danneggiata dai raid di Mosca, scongiurando l’interruzione del servizio. Il «massiccio attacco» contro gli «impianti energetici» ucraini è stato confermato dal ministero russo della Difesa. Nel complesso Mosca ha rivendicato di aver condotto 49 attacchi «di rappresaglia» tra il 16 e il 22 marzo «in risposta ai bombardamenti sul nostro territorio e ai tentativi di incursione e presa degli insediamenti russi al confine».

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