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Grandi manovre in Europa dopo le dimissioni di Michel, spunta l'ipotesi Draghi

Christian Campigli
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Troppo capace per restare a godersi la (lauta) pensione. Troppo attivo solo per accudire i quattro, amatissimi nipoti. Troppo importante questa fase politica continentale per restare, in un simile snodo epocale, con le mani in mano. L'annuncio della candidatura di Charles Michel alle Europee e delle sue dimissioni anticipate dalla carica di presidente del Consiglio Ue ha dato il via alle trattative sugli incarichi di vertice a Bruxelles, dove l’ex primo ministro italiano Mario Draghi viene indicato da alcuni come uno dei principali contendenti. Il 76enne ex presidente della Banca Centrale Europea a cui viene attribuito il merito di aver salvato la moneta unica viene considerato come una possibile opzione alla successione all'ex premier belga, secondo funzionari e diplomatici europei citati dal Financial Times. È probabile, secondo la ricostruzione offerta dall'agenzia di stampa Adnkronos, che emergano anche altri possibili candidati per il ruolo ora esercitato da Michel, ed è difficile prevedere la sequenza delle trattative e delle successive intese sui posti di vertice dell’Ue, legati anche all’esito delle elezioni di giugno, sottolineano le fonti citate dal giornale.

 

 

 

Fonti vicine a Draghi lascerebbero intendere che l'ex premier non stia operando per farsi assegnare alcun incarico di leadership a Bruxelles. Ma le voci che lo riguardano, basate sulla storia, l'esperienza e la statura di una delle figure più importanti dell’Ue, sottolineano il desiderio in molte capitali di arrivare alla scelta di un successore a Michel ben prima della sua probabile partenza a metà luglio. L’urgenza è in parte motivata dalle norme Ue che consentirebbero al leader euroscettico ungherese Viktor Orbán di assumere l’incarico se nessun candidato dovesse essere scelto prima delle dimissioni del presidente del Consiglio europeo: l'Ungheria avrà la presidenza di turno semestrale dell'Ue a partire dal 1° luglio. Uno scenario, quello che vedrebbe Orban come leader europeo, che spaventa e non poco i poteri forti continentali. Una partita di scacchi tutta da giocare. Che designerà il futuro prossimo dell'Europa. 
 

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