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L'Ucraina rivendica l'attacco in Crimea e avverte: la guerra non finirà presto

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La guerra in Ucraina non finirà "fra 2-3 settimane", "entro la fine dell'anno" o "la prossima primavera". Kiev avverte i suoi cittadini, e gli Alleati, a prepararsi a una "lotta lunga e difficile" al termine della quale "vinceremo". Una "maratona" e non uno "sprint" questo hanno in mente le autorità ucraine mentre tentano di portare avanti la loro controffensiva senza nascondere le proprie operazioni, anzi rivendicandole con forza. E' il caso dell'attacco al ponte di Crimea dello scorso 17 luglio. A tal proposito i Servizi di sicurezza di Kiev hanno fornito un video a circuito chiuso alla Cnn dove viene mostrato l'accaduto. A compiere la missione - spiega l'Intelligence ucraina - un drone marino sperimentale chiamato 'Sea Baby' "risultato di mesi di sviluppo iniziati subito dopo l'invasione". Intanto Stian Jenssen, capo di gabinetto del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, rettifica le sue dichiarazioni relative a un possibile scambio fra l'ingresso dell'Ucraina nella Nato in cambio della cessione di alcuni territori alla Russia. Parole che avevano scatenato l'ira di Kiev. Jenssen parla di commento "errato" che "faceva parte di una discussione più ampia sui possibili scenari futuri".

 

L'Ucraina deve però incassare anche il mancato invito al prossimo G20 in programma in India perché, secondo quanto spiegato da Delhi, il vertice sarà imperniato su altri argomenti. La Russia dal canto suo continua con i bombardamenti a tappeto. Dopo lo stop all'accordo di Istanbul sull'esportazione dei cereali i magazzini e granai ucraini stanno diventando un obiettivo prediletto da parte della forze di Mosca nella zona di Odessa. Dallo stesso porto è partita oggi la prima nave, battente bandiera di Hong Kong, tramite il corridoio umanitario temporaneo istituito per le navi civili da e per i porti del Mar Nero dell'Ucraina.

 

Sul fronte interno Vladimir Putin, sembra voler proseguire il suo silenzioso regolamento di conti con il gruppo Wagner e i suoi sostenitori, a partire dal 'generale Armageddon' Sergei Surovikin, che non compare il pubblico dallo scorso giugno. Secondo alcuni blogger militari russi si troverebbe agli arresti domiciliari. L'esercito privato fondato da Yevgeny Prigozhin è stato invece ufficialmente registrato in Bielorussia come società di "servizi di formazione" dopo che nei giorni scorsi il presidente bielorusso Alexander Lukashenko aveva dichiarato che i combattenti della Wagner presenti nel territorio di Minsk stavano contribuendo all'addestramento dell'esercito bielorusso e delle forze speciali.

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