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Israele, Netanyahu operato per impiantare un pacemaker: le condizioni

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel corso della notte si è sottoposto ad un intervento per l’impianto di un pacemaker cardiaco. Settantatre anni, il leader del Likud dopo l’operazione chirurgica versa in «buone condizioni» di salute e punta ad uscire quanto prima dalla struttura sanitaria proprio mentre alla Knesset prosegue la discussione del controverso disegno di legge di riforma giudiziaria, che negli ultimi mesi ha portato decine di migliaia di manifestanti a protestare lungo le strade del Paese. Una settimana fa Netanyahu era stato ricoverato con le vertigini sempre allo Sheba Medical Center di Ramat Gan a causa della disidratazione a seguito di una visita di diverse ore sotto al sole nel Mar di Galilea. In quella circostanza i sanitari avevano installato precauzionalmente al premier israeliano un holter per il controllo h24 del cuore. 

 

 

«Una settimana fa sono stato dotato di un dispositivo di monitoraggio, ha emesso un segnale acustico questa sera e ha detto che devo avere un pacemaker e devo farlo già stasera», ha spiegato Netanyahu in un video prima di recarsi in ospedale per l’impianto del pacemaker. «Mi sento benissimo - ha aggiunto - ma devo ascoltare i miei dottori».

 

 

L’ultima preoccupazione per la salute di Netanyahu arriva mentre è in corso la discussione sul disegno di legge di riforma della giustizia, con l’avvio del voto in seconda e terza lettura previsto a partire da lunedì. Domani sera è attesa la votazione sulla clausola di «ragionevolezza», uno dei punti al cento delle proteste di massa. L’attuale governo di Netanyahu - premier dal 2009 al 2021 e poi di nuovo dalla fine del 2022 - comprende alleati di estrema destra e partiti ultraortodossi, la riforma in discussione prevede di limitare i poteri della Corte Suprema sostenendo che tale cambiamento sarebbe necessario per garantire un migliore equilibrio tra le istituzioni. Ancora ieri decine di migliaia di persone hanno partecipano alla marcia da Tel Aviv a Gerusalemme per protesta contro la riforma della giustizia. Sono state organizzate manifestazioni di contestazione e mobilitazioni in tutto il Paese per la 29esima settimana consecutiva. Anche i riservisti si sono espressi contro il provvedimento. La proposta di legge in discussione in Parlamento punta a vietare ai giudici di esprimersi sulla ‘ragionevolezza’ delle decisioni prese da esecutivo e funzionari eletti e mira dunque a indebolire il potere di intervento da parte della magistratura. Proprio Netanyahu negli ultimi anni è stato al centro di un procedimento giudiziario con l’accusa di corruzione.

 

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