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Nato, si decide per il futuro segretario generale: tutti i nomi del post-Stoltenberg

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Jens Stoltenberg sarà in vista alla Casa Bianca, mentre l’Europa aspetta una «fumata bianca» da parte di Joe Biden sul futuro della guida della Nato. Da mesi infatti gli alleati europei discutono il nome del possibile successore del segretario generale, il cui mandato quasi decennale è stato già esteso fino al prossimo settembre dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Con Stoltenberg che nei mesi scorsi ha chiarito che non intende accettare una nuova estensione del mandato, sono molti i nomi che sono stati inseriti, e magari subito dopo esclusi, nel gioco del ‘toto nomi’ della Nato. Biden e la sua amministrazione però continuano a mantenere il massimo riserbo, limitandosi a continuare a lodare il lavoro di Stoltenberg e sottolineare che il presidente non ha ancora preso una decisione su un candidato. Il tempo per una decisione, quanto mai importante dal momento che arriva in un momento in cui l’Alleanza è impegnata in un massimo sforzo per sostenere ed aiutare l’Ucraina contro l’aggressione russa, sta per scadere, con l’avvicinarsi di quella che viene intesa come una data limite, il vertice di Vilnius dell’11 e 12 luglio. 

 

 

Anche se fonti diplomatiche non escludono che vi possa «un’iniziativa dell’ultimo minuto per l’estensione» del mandato di Stoltenberg, anche se lui insiste nel dire che intende tornare in Norvegia, negli ultimi giorni sono emersi in particolare i nome di due possibili candidati, la premier danese, Mette Frederiksen e il ministro della Difesa, Ben Wallace. A far salire le quotazioni di Frederiksen è stata la sua visita la scorsa settimana alla Casa Bianca, con molti analisti che sottolineano che l’ipotesi della prima donna segretario generale, ora leader di un Paese che è un forte sostenitore dell’Ucraina ma non fa parte del gruppo dei falchi, potrebbe essere gradita a molti importanti esponenti dell’Alleanza, a partire da Biden stesso. La premier, da parte sua, afferma di «non essere candidata a nessun altro lavoro diverso da quello che già ho, e questo non è cambiato dopo il mio incontro con il presidente americano». Nei circoli Nato, però, la narrativa è diversa, con diplomatici che assicurano che quella di Frederiksen è un candidatura seria. Non nasconde invece il suo interesse il ministro britannico, un falco come tutto il suo governo nell’appoggio all’Ucraina, la cui candidatura anche è stata al centro nei giorni scorsi di una visita alla Casa Bianca, quella del premier britannico Rishi Sunak. 

 

 

Ed ad una domanda sulla possibilità che il prossimo segretario generale sia un britannico, con riferimento a Wallace, Biden, nella conferenza stampa con Sunak, non si è sbilanciato, rispondendo «forse, resta da vedere» e ricordando che per decidere il nome del nuovo capo Nato c’è bisogno del consenso dei membri. E su questo fronte Wallace potrebbe avere difficoltà sia tecniche, con molti alleati che preferirebbero veder eletto un ex capo di governo, che politiche, con membri della Ue che non vorrebbero un segretario di un Paese europeo non Ue. Mentre invece per la premier danese i problemi potrebbero arrivare dalla Turchia, sottolineano fonti diplomatiche citate da Politico ricordando che Ankara nei mesi scorsi ha convocato l’ambasciatore danese dopo che un gruppo di estrema destra ha bruciato il Corano e la bandiera turca a Copenhagen. E più in generale, come il governo turco abbia dei problemi con i Paesi scandinavi e stia bloccando l’adesione della Svezia. Ci sono altri nomi che circolano in modo occasionale tra i quali la premier estone Kajas Kallas e il premier spagnolo Pedro Sanchez, considerando anche il leader socialista potrebbe essere sul mercato per un nuovo incarico dopo le difficili elezioni politiche che fronteggia il prossimo luglio. La partita è tutta aperta.

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