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Twitter, Elon Musk prende tempo prima di dimettersi da Ceo

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Luca De Lellis
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Tutto l’eclettismo e le contraddizioni di Elon Musk in un annuncio. “Mi dimetterò da amministratore delegato di Twitter non appena avrò trovato qualcuno abbastanza folle da assumere l'incarico”, ha twittato il proprietario del social e di Tesla. Il motivo di questo dietrofront, dopo soli due mesi dall’insediamento al vertice dell’azienda, va rinvenuto nell’esito di un referendum da lui stesso indetto sulla piattaforma e aperto a tutti gli utenti. Il quesito postato domenica era del tipo: “Dovrei lasciare la carica di CEO di Twitter? Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio”. Ostentare consensi è stata una mossa pericolosa, perché poi la promessa è da mantenere, nonostante i suoi messaggi criptici cercassero di avvertire la platea. Eccone alcuni: “attento a cosa vuoi, perché potresti averlo”, o ancora “coloro che vogliono il potere sono quelli che meno lo meritano”, ma anche “nessuno vuole il lavoro che potrebbe davvero tenere Twitter in vita. Non c’è successore”. Tornando ai risultati, il 57,5% dei votanti ha optato per le dimissioni del miliardario, mentre la minoranza del 42,5 per cento ha votato a favore di una sua permanenza. 

Non è dato sapere, o almeno non si intuisce fino in fondo, se Musk si sia pentito dell’acquisizione del social o meno. Quel che è certo è che la rivoluzione copernicana provata ad attuare, con il licenziamento di dirigenti top e di buona parte dei dipendenti, non ha sortito gli effetti sperati. Anzi, lui stesso ha dichiarato che Twitter rischia la bancarotta, registrando perdite fino a 4 milioni di dollari al giorno. Ragione per la quale era stato costretto a chiedere agli account verificati di pagare la spunta blu, con tutta la polemica che ne seguì con lo scrittore Stephen King. La ciliegina sulla torta è stata poi anche la decisione di riammettere Donald Trump sul social, nel tentativo di dimostrare la democraticità assoluta del social. Con lo stesso ex presidente degli Stati Uniti che, almeno per ora, ha scelto di rimanere fuori dal giro. 

 

 

 

 

Ad ogni modo è già cominciato il toto-successore di Musk, che comunque rimarrà proprietario salvo eventuali cambi di rotta, preventivabili quando si parla di lui. In base ad alcune indiscrezioni riportate dal Financial Times, tra i candidati ideali ci sarebbero Sheryl Sandberg, l'ex direttrice operativa di Meta che ha tramutato l'azienda in un colosso della pubblicità digitale, e Sarah Friar, CEO di Nextdoor, già direttrice finanziaria della società di pagamenti Block, ideata dal cofondatore di Twitter Jack Dorsey. Ad oggi, l’avventura di Musk su Twitter si può definire tutt’altro che positiva, ma i colpi di tweet sono sempre dietro l’angolo.

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