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“Kherson? La peggiore sconfitta dal crollo dell'Unione Sovietica”. Putin paga il flop in Ucraina

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La ritirata della Russia da Kherson rischia di far subire un duro colpo interno a Vladimir Putin. “La peggiore sconfitta dai tempi del crollo dell’Unione Sovietica” il pensiero di Sergey Markov, consigliere del presidente russo dal 2011 al 2019 e quindi uno dei fedelissimi del Cremlino, che in un’intervista al Corriere della Sera non ha fatto alcuna marcia indietro, ribadendo che quello è il suo pensiero e che non servono smentite o precisazioni. Anzi la frase è condita anche da qualche termine più volgare.

 

 

“La vittoria di Kherson, perché di questo si tratta, deve - sprona Markov - diventare l’ultima delle forze armate dell'Ucraina. La ragione della loro avanzata autunnale è la semplice superiorità numerica del loro esercito. Ma tra poco ribalteremo questo rapporto di forza, dobbiamo fare di tutto per raggiungere questo obiettivo. Perché a parità tecnica di arsenale bellico, la quantità di soldati disponibili avrà una importanza enorme».

 

 

“Abbiamo problemi grossi da risolvere, e bisogna farlo usando il pugno di ferro, non solo in Ucraina ma anche a casa nostra” il commento di Vladimir Solovyov, re dei talk show di Mosca. Il malcontento sulla guerra si sta diffondendo sempre di più e vanno segnalate pure le parole di Andrey Norkin, uno degli idoli televisivi in Russia: “Non aspettatevi una mia valutazione. Se affermo che la decisione sul ritiro da Kherson è giusta, viene fuori che il mio è un appello a violare l’integrità territoriale della Russia, e rischio alcuni anni di reclusione secondo l’articolo 280 comma uno del Codice penale. Se invece non appoggio questa soluzione, le mie parole potrebbero essere interpretate come dirette a screditare le Forze Armate, reato punibile nello stesso modo e con lo stesso articolo, comma tre. Quindi, meglio tacere”. E tali parole sono giù un segnale a Putin, la cui poltrona scricchiola sempre di più dopo il pesante flop.

 

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