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Nicaragua, il presidente Ortega fulmina Papa Francesco: “La Chiesa è una perfetta dittatura”

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Guerra aperta tra il Nicaragua e la Chiesa di Roma. Il presidente dello stato centroamericano, Daniel Ortega, ha definito la Chiesa cattolica «una perfetta dittatura, una perfetta tirannia» due settimane dopo le rassicurazioni di Papa Francesco sul fatto che «c’è un dialogo» con Managua. «Chi elegge i sacerdoti? Chi elegge i cardinali? Chi elegge il papa? È una dittatura perfetta, una tirannia perfetta!» ha esclamato Ortega in un discorso in occasione del quarantatreesimo anniversario della fondazione della polizia nicaraguense. Il Nicaragua, il cui governo è sempre più autoritario, ha espulso sette mesi fa il nunzio apostolico Waldemar Sommertag.

Papa Francesco aveva insistito lo scorso 15 settembre sulla necessità di «non interrompere mai il dialogo» con il Nicaragua, dove crescono le tensioni tra le autorità e la Santa sede. Lo scorso agosto, cinque mesi dopo l’espulsione del nunzio, Rolando Alvarez, vescovo critico del regime, è stato posto agli arresti domiciliari dalla polizia, che ne ha citato le attività «destabilizzanti e provocatorie». «Direi a Sua Santità il Papa, con grande rispetto, alle autorità cattoliche, io sono cattolico, come cristiano, non mi sento rappresentato», ha detto Ortega, riferendosi alla «storia terribile» della Chiesa. «Li sentiamo parlare di democrazia», ha scherzato, auspicando che tutti i chiericim dai sacerdoti ai papi ai cardinalim siano eletti dai fedeli.

Ortega ha anche attaccato il sottosegretario di Stato americano, Brian Nichols ,«che esce continuamente con dichiarazioni, che sembra un bulldog, che abbaia contro Cuba, contro il Venezuela, contro il Nicaragua». Il presidente del Paese centroamericano non ha menzionato nel suo discorso Bettina Muscheidt, l’ambasciatrice dell’Unione Europea a Managua, che sarebbe stata espulsa, secondo i media di opposizione. Bruxelles, come Washington, ha imposto numerose sanzioni a Managua e a figure del regime. L’Ue ha chiesto inoltre il rilascio di oltre 200 oppositori incarcerati.

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