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La Russia si infuria con Luigi Di Maio: “Sbalorditi per le accuse sulla crisi di governo”. Sbotta la Farnesina

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Le scintille fra Russia e Italia proseguono a tutti i livelli. Questa volta a pizzicarsi, e non è la prima occasione, sono i rispettivi portavoce dei ministri degli Esteri, Maria Zakharova, e Giuseppe Marici. A lanciare il sasso nello stagno, non a caso nel giorno in cui il premier Draghi riferisce in Senato dopo le dimissioni presentate e respinte dal Capo dello Stato, è la rappresentante della diplomazia russa e di Sergej Lavrov. Zakharova ribadisce come Mosca aderisca al principio di «non ingerenza» negli affari degli Stati sovrani. Il riferimento diretto è alla situazione italiana e alle parole del titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, secondo cui al Cremlino avrebbero «brindato» per la decisione presa da Draghi. La portavoce del ministro Lavrov sceglie l’ironia per spiegare la sua posizione dicendosi «sbalordita» da quello che - secondo i media italiani - sarebbe «il potere della diplomazia russa». 

 

 

Un discorso che fa il pari con l’ormai celebre foto pubblicata dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev con i volti dei dimissionari Boris Johnson e Mario Draghi seguita da un punto interrogativo come per chiedersi chi fosse il prossimo. Secondo Zakharova, invece, il ministro Di Maio starebbe continuando a cercare «cause esterne» ai problemi politici interni dell’Italia invece che badare «ai propri errori» che sono «sempre più sentiti dai cittadini comuni dei paesi dell’Ue». La risposta della Farnesina non si fa però attendere. 

 

 

Giuseppe Marici, portavoce di Di Maio, fa infatti notare come «ancora prima dell’inizio della crisi di governo» qualcuno a Mosca non abbia fatto altro che «intervenire nel nostro dibattito interno con continue e gravi ingerenze nei confronti del governo italiano». Una strategia che - a dire della Farnesina - si sarebbe sviluppata in due fasi. «Prima con endorsement a una forza politica del nostro Paese e successivamente con ripetute dichiarazioni contro il governo italiano». L’obiettivo «evidente» sarebbe quindi quelli di «provare ad alimentare la propria propaganda in Italia» screditando un esecutivo che «sta condannando fermamente l’atroce guerra portata avanti dall’esercito russo in Ucraina, con la morte di centinaia di innocenti». La guerra in Ucraina va avanti non solo sul campo, ma anche a parole.

 

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